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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 14:31.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2014 alle ore 14:57.

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La moda uomo ritorna all'abito formale e Brunello Cucinelli abbraccia la tendenza lanciando una gamma di abiti confezionati un po' insolita per il re del cashmere, maestro del "casual di lusso". Sempre attento all'imprenditore umbro creatore di un impero da 1,6 miliardi di euro, il Financial Times sottolinea il "cambio d'immagine" inaugurato da Cucinelli alle sfilate di Pitti Immagine.

Una svolta che potrebbe portare ancora più successo nel mercato in crescita dell'abbigliamento maschile di lusso, ma anche intaccare la redditività del gruppo, fa notare il quotidiano. Cucinelli però non si preoccupa dei costi a breve termine e dice alla cronista Rachel Sanderson: "Siamo, insieme agli inglesi, i padri spirituali della moda uomo. Dobbiamo tornare a investire nell'abilità manifatturiera che ci viene richiesta".
Brunello Cucinelli, osserva il Ft, è tra i piccoli marchi che cercano di mantenere la propria indipendenza. Le azioni del gruppo, che fabbrica cardigan da 2.000 euro l'uno, hanno più che triplicato il proprio valore dal debutto in Borsa del 2012.

Il vestito maschile – con i suoi elevati costi e margini - è diventato di tendenza non solo sulle passerelle di Firenze, Milano, Londra o Parigi ma in tutta l'industria del settore, osserva il Ft. Secondo gli analisti, nei prossimi cinque anni la crescita dell'abbigliamento maschile supererà quella dell'abbigliamento femminile e questo significherà nuove aperture e nuove linee per i consumatori uomini.

Il Ft ricorda che nell'ultimo anno Prada ha aperto vari negozi di abbigliamento per uomo. Louis Vuitton sta investendo nel suo marchio del lusso maschile Berluti, così come sta facendo Kering con Brioni. Ermenegildo Zegna ha avviato la stagione milanese con una sfilata "spettacolare" e alla Milan Fashion Week il marchio dell'alta sartoria napoletana Kiton ha inaugurato un nuovo showroom, dove gli abiti costano tra i 5.000 e i 30.000 euro. Il settore del lusso maschile – evidenzia il quotidiano - è il settore moda che cresce più rapidamente per fatturato.

"Il trend nella moda sta tornando all'abito. Stiamo tornando all'idea di una sartorialità bellissima, un po' più brillante, ma sempre molto chic e molto giovanile", dice Cucinelli.
Se lo stile è più "vestito" del solito, nota il Ft, i prezzi elevati sono di casa per un marchio che vende maglioni di cashmere a 1.000 euro l'uno. La giacca di un abito costerà circa 3.000 euro e un paio di pantaloni circa 2.000.

Secondo l'analista di Citi Mauro Baragiola, l'ingresso del designer nel settore degli abiti da uomo potrebbe portare un successo significativo in "un mercato potenzialmente ricco". L'allure del marchio potrebbe beneficiarne.

Ma questa espansione ha un costo per chi, come Cucinelli, non ha competenze per la manifattura di abiti all'interno dell'azienda. Cucinelli ha acquisito l'anno scorso una storica sartoria in Toscana per 3,5 milioni di euro (la D'Avenza), inglobando i 56 dipendenti dell'azienda toscana per cucire i suoi abiti. La mossa, secondo Baragiola, "schiaccerà la redditività per un paio d'anni".

Ma Cucinelli è convinto della necessità di investire nell'abilità manifatturiera e fa notare che i consumatori del lusso maschile sono "particolarmente attenti alla provenienza dei loro acquisti" e sono pronti a pagare prezzi elevati per capi di qualità.

Non a caso l'industria manifatturiera maschile italiana è diventata "un bersaglio", nota il Ft, rammentando che di recente il gruppo cinese Fosun Group ha comprato una quota del 35% dell'azienda di abiti di lusso Caruso.

L'exploit di Cucinelli continua a stupire. Il Financial Times ricorda che, prima della quotazione in Borsa, i mercati erano scettici sulla capacità di Cucinelli di sostenere il suo modello di business, che usa una parte degli utili per finanziare iniziative per la comunità, come per esempio una scuola di formazione. Un modello che ha attirato l'interesse anche della Apple: di recente un dirigente del colosso californiano è venuto a chiedere informazioni sul suo modo di impiegare piccole comunità di artigiani in Umbria per fabbricare i suoi capi di abbigliamento.

Cucinelli spiega la sua filosofia: "Credo che ci sia un ritorno all'idea del valore del lavoro e del valore della remunerazione. Si tratta di ridare dignità all'idea di utili solidi".

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