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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2014 alle ore 07:27.
L'ultima modifica è del 24 gennaio 2014 alle ore 08:57.
TOKYO - Il rafforzamento dello yen provoca un pesante ribasso alla Borsa di Tokyo verso i minimi da un mese, con l'indice Nikkei che ha chiuso in ribasso dell'1,94% a quota 15.391,56 punti, nel quadro della tendenza generale a un declino dei corsi azionari sulle altre piazze asiatiche (Cina esclusa). I segnali di un possibile rallentamento dell'economia cinese - evidenziati dal calo sotto quota 50 dell'indice flash Pmi elaborato dall'Hsbc sulle attività manifatturiere - hanno indebolito di riflesso Wall Street, la cui performance negativa di ieri ha dato il via libera a una riduzione generalizzata della propensione al rischio degli investitori, anche perché si profila un possibile rafforzamento del tapering da parte della Federal Reserve.
Così lo yen ha guadagnato ieri l'1,2% sul dollaro e oggi in Asia è restato appena sopra la soglia di 103 sul biglietto verde. La divisa giapponese si conferma come una sorta di bene-rifugio ogni volta che aumentano le preoccupazioni, "macro" o politiche che siano. Del resto uno degli elementi che hanno appesantito i mercati è la sensazione che una frenata cinese - per di più in coincidenza con il tapering della Federal Reserve - si porti dietro un rallentamento a più largo raggio, con conseguenze negative sugli utili delle multinazionali. Così la Borsa giapponese si orienta a chiudere la terza ottava consecutiva in ribasso, sancendo un inizio negativo del 2014 dopo i brillanti guadagni dell'anno scorso. In ribasso i titoli degli esportatori, tra cui anche la Toyot,a che pure ieri ha annunciato la volontà di vendere quest'anno oltre 10 milioni di vetture dopo averne consegnate l'anno scorso 9,98 milioni (+2,4%, che le ha consentito di conservare il primato mondiale sulla General Motors e sul gruppo Volkswagen).
In calo alcuni titoli per motivi specifici: Daiichi Sankyo, ad esempio, sta scontando i nuovi problemi con l'americana Food and Drug Administration della sua sussidiaria indiana Ranbaxy.
Alcuni analisti cominciano a pensare che una fase di correzione si stia profilando sui mercati azionari internazionali; tuttavia alcuni elementi - come notizie eventualmente migliori delle attese dal fronte degli utili aziendali - potrebbero controbilanciare l'ulteriore emergere di pressioni ribassiste. Da settimana prossima entra nel vivo proprio la stagione della comunicazione dei bilanci dell'ultimo trimestre 2013, che vedrà varie aziende aggiornare anche le loro previsioni sull'esercizio che si chiuderà il 31 marzo. Tuttavia, con tutta probabilità, sarà comunque la dinamica dello yen a dettare in via principale la direzione al Nikkei, in relazione alle prossime mosse della Federal Reserve che stanno per tornare sotto i riflettori per la possibile ulteriore riduzione degli acquisti mensili di obbligazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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