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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2014 alle ore 07:44.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 08:28.

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TOKYO - La Borsa giapponese riesce a recuperare in parte le perdite della sessione precedente: l'indice Nikkei ha chiuso oggi con un rialzo dell'1,23% a quota 14.180,38 punti.
Il rimbalzo di Wall Street ha un po' calmato le apprensioni degli investitori sui mercati asiatici, ormai proiettati ad attendere i dati sull'occupazione Usa di venerdì per ottenere indicazioni più chiare sullo stato di salute dell'economia statunitense.

Tokyo, inoltre, riceve una spinta - dopo quattro sessioni consecutive in rosso - dalla pausa nel rafforzamento dello yen e da una serie di buone notizie sul fronte dei bilanci aziendali. Il titolo della Toyota, per esempio, ha recuperato il flop della sessione precedente dopo che la prima casa automobilistica mondiale ha pronosticato i maggiori utili della sua storia nell'esercizio che si chiuderà il 31 marzo. Analogamente, le azioni di Panasonic sono in impennata dopo che il gruppo di elettronica ha conseguito profitti superiori alle attese.

Il titolo di Sony è altresì in forte rialzo dopo la notizia che la società ha deciso di vendere la divisione personal computer Vaio a un fondo di buyout lanciato congiuntamente da Bain & Co e da Mizuho, il Japan Industrial Partners. Si tratterà della mossa più aggressiva del ceo Kazuo Hirai per disfarsi di quella che ormai è una fonte di perdite senza serie prospettive di rilancio. Tuttavia, secondo il quotidiano Nikkei, la cessione dei pc Vaio manderà in rosso l'esercizio annuale del gruppo. Qualche giorno fa un portavoce aveva smentito le voci di un accordo con la cinese Lenovo per una sostanziale cessione di questo business.

Con il tonfo di 610 punti dell'indice Nikkei di ieri (-4,18%), la Borsa giapponese è diventata quella con la peggiore performance dall'inizio dell'anno (-14% fino a ieri) tra quelle dei Paesi avanzati: l'esatto contrario di quanto accaduto nel 2013, quando con un balzo del 57% il Nikkei era risultato il top performer. Il Topix aveva ieri perso il 13% dal suo picco dell'8 gennaio. Le ragioni sono dipese più da fattori esterni che interni, tradottisi in una maggiore avversione al rischio da parte degli investitori che pesa doppiamente sul mercato nipponico in quanto non solo riduce la propensione ad acquistare azioni, ma finisce per rafforzare lo yen (il cui indebolimento è direttamente correlato ai rialzi della Borsa e viceversa).

Il tapering della Fed, le tensioni sui mercati emergenti, i segnali di rallentamento della crescita cinese e i rinnovati timori sull'economia statunitense hanno diffuso un grande nervosismo e indotto l'"hot money" venuto dall'estero a blindare i profitti incamerati, mentre altri investitori hanno cominciato a spaventarsi. Da ultimo, ieri l'onda lunga del calo di Wall Street e degli ultimi dati negativi sulla congiuntura americana avevano fatto sfondare soglie tecniche che hanno accentuato la tendenza ribassista, mentre il ritorno dello yen intorno a quota cento sul dollaro diffonde la sensazione che sarà più problematico un ulteriore aumento della redditività delle aziende esportatrici. La domanda fondamentale è se la correzione si fermerà (come l'accenno di ripresa di oggi potrebbe far pensare) o se proseguirà. Sulla risposta, analisti e investitori sono divisi.

In positivo, c'è chi fa notare che alla fine dell'anno scorso il mercato si era surriscaldato e che il ridimensionamento recente crea l'occasione per entrare o rientrare. L'arrivo di una inflazione superiore a quella europea crea una situazione di tassi reali negativi che obbliga a una diversificazione dall'obbligazionario, mentre ci sono voci che la banca centrale giapponese possa rafforzare l'acquisto di Etf per sostenere il Nikkei comunque sopra i 14mila punti. Altri hanno un approccio più cinico e attendono ulteriori ribassi prima di un eventuale ritorno agli acquisti. L'arrivo in aprile del rialzo dell'Iva pone peraltro un punto interrogativo sulla prosecuzione di una ripresa economica che, a differenza di quelle precedenti, è trainata dalla domanda interna.

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