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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 19:52.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2014 alle ore 20:51.

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«Prima o poi ci quoteremo di sicuro: siamo il più grande gruppo globale italiano del food retail, potrebbe essere nel 2017». Risponde così il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti alla domanda sull'ipotesi che la società da lui guidata possa quotarsi in Borsa. Il patron di Eataly che il 18 marzo inaugurerà una nuova struttura a Milano all'ex teatro Smeraldo, non ha fretta di affrontare gli investitori finanziari, ma prima della quotazione «dobbiamo diventare un pò più globali».

La formula della valorizzazione del Made in Italy alimentare piace in Italia e all'estero. Lo dimostra il record toccato dalle esportazioni agroalimentari nel 2013 in una fase di crisi profonda. L'ultima idea di Farinetti è un Expo permamente delle eccellenze alimentari che ha trovato un naturale approdo a Bologna nell'ex mercato ortofrutticolo della città (Caab) dove a partire dal novembre 2015 nascerà Fi.Co. Eataly World, la Fabbrica Italiana Contadina: sarà la Disneyland del cibo dove accanto ai ristoranti e ai negozi verranno ricostruite le principali filiali produttive, un parco tematico che si snoderà su 80 metri quadrati tra campi, orti e stalle. Il progetto, nato dalla collaborazione con il Comune di Bologna che controlla per l'80% il Caab, in pochi mesi ha raccolto l'adesione di una ventina di investitori privati (tra cui lo stesso Farinetti) che hanno versato 40 milioni di euro per fare partire la struttura, oltre ai 55 milioni conferiti dal Comune per l'apporto della struttura immobiliare dell'ex mercato ortofrutticolo. «In vista del 2015, anno dell'Expo - spiega il presidente del CAAB Andrea Segré - è arrivato il momento di trovare una casa stabile per custodire, raccontare e tramandare una delle risorse più vitali dell'economia italiana: il cibo»

Interessati a fare parte del progetto di Fi.Co. ci sono anche investitori asiatici come il fondo immobiliare di Hong Kong, The Link: «Avvieremo la due diligence con il fondo nei prossimi giorni», ha confermato il direttore generale del Caab, Alessandro Bonfiglioli il quale non ha escluso di esportare il format all'estero.

Per la gestione dell'operazione è stata creata una Sgr, gestita dal fondo immobiliare Prelios a cui parteciperanno i finanziatori di Fi.Co. « E' un progetto complesso, ma importante come esempio per il rilancio del paese e a sostegno del territorio» ha spiegato Andrea Cornetti direttore business development di Prelios.

Il piano industriale messo a punto da EY prevede già dal primo anno 6 milioni di visitatori con un fatturato di circa 80 milioni di euro: «C'è molto interesse attorno al progetto e lo dimostra il fatto che in poco tempo siamo riusciti a raccogliere i fondi necessari per partire», ha detto Andrea Guerzoni managing partner di EY.

L'apertura di Fi.Co prevista nel 2015 potrà beneficiare della concomitanza con Expo2015: «Il legame tra le due amministrazioni sarà forte- ha detto il vice sindaco di Bologna, Silvia Giannini - Fi.Co. sarà l'ideale staffetta di Expo2015 destinata ad attarre visitatori da tutto il mondo».

Fico significa anche occupazione: sono gia' previsti circa 5mila posti con 1340 addetti diretti, fra ristorazione e commercializzazione, e con 3550 posti ulteriori che si apriranno per addetti nell'indotto. Il grande parco tematico dell'agro-alimentare italiano funzionera' attraverso l'energia del sole, con energia verde e a km zero: quella prodotta dal piu' grande impianto fotovoltaico in Europa installato da Unendo Energia sui tetti del Caab.

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