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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 13:33.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2014 alle ore 19:28.
Un altro piccolo passo verso la «normalità». Lo ha compiuto questa mattina il Portogallo, collocando 3 miliardi di titoli di Stato a 10 anni. Un'operazione compiuta attraverso l'assistenza di un sindacato di banche, che tuttavia fa ben sperare per il ritorno effettivo di Lisbona sul mercato dei capitali a maggio, quando scadrà il piano di aiuti da 78 miliardi di euro targato Unione europea e Fondo monetario internazionale. Anche perché la domanda è stata molto sostenuta e pari a 9,5 miliardi di euro, oltre tre volte quindi il quantitativo offerto.
Tassi ai minimi dal giugno 2010
L'emissione non è nuova , come invece era accaduto per il titolo da 5 anni piazzato a gennaio. Si tratta infatti della riapertura di un collocamento precedente e risalente allo scorso anno. Stavolta però il tasso di rendimento è stato più basso rispetto a qualche mese fa (5,669%) , pari al 5,11% e non lontano dunque dai minimi degli ultimi 3 anni e mezzo raggiunti una settimana fa al 4,92%.
Guadagni del 7,3% da inizio anno
L'obiettivo del Tesoro portoghese è di ripercorrere le orme dell'Irlanda, la prima (e unica) nazione europea a uscire dal piano di aiuti internazionale e a riguadagnare l'accesso ai mercati dei capitali. Lisbona prevede un livello di emissioni lorde compreso fra 11 e 13 miliardi quest'anno, ma soprattutto punta a reintrodurre «normali» operazioni di collocamento entro metà anno. Per ora una mano non indifferente sta arrivando dagli operatori all'affannosa ricerca di rendimenti, che ha premiato quelli lusitani più dei titoli di ogni altro Paese europeo (Grecia esclusa): chi avesse investito in bond portoghesi a medio-lungo termine da inizio anno avrebbe guadagnato in media (cedole comprese) il 7,3% (oltre il 14% negli ultimi 12 mesi) a fronte del +2,9% fatto segnare dai BTp, dal +3,7% dei Bonos spagnoli e dal 2% dei Bund tedeschi.
Segnali confortanti sullo stato di salute sul sistema finanziario portoghese sono oggi arrivati anche dai dati sulla dipendenza delle banche del Paese dai finanziamenti Bce, scesa a fine gennaio a 47 miliardi di euro (dai 47,86 miliardi di dicembre), livelli che non si vedevano dal gennaio 2012.
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