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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2014 alle ore 12:20.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2014 alle ore 12:40.
Gli analisti sono divisi in questa fase di turbolenza per i Paesi emergenti. La maggior parte ritiene che il 2014 continuerà ad essere un anno difficile, complice il ritiro degli stimoli monetari degli Stati Uniti (il cosiddetto tapering) e i deflussi di capitali dall'area. Altri invece ritengono che i recenti ribassi rappresentino una buona occasione per "entrare" nell'area a prezzi più competitivi. Come rivela questo articolo del Sole 24 Ore dopo lo shock iniziale, gli investitori individuali hanno cominciato a comprare fondi di investimento azionari specializzati sui mercati emergenti a un ritmo di 3 miliardi di dollari la settimana, costringendo così a una brusca sterzata i grandi operatori che stavano invece vendendo azioni con un ritmo di 27 miliardi di dollari la settimana. Risultato: negli ultimi 5 giorni, colossi del risparmio gestito come Blackrock o Templeton hanno cominciato a raccomandare le azioni dei mercati periferici ed emergenti definendole «economiche».
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