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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 06:44.

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Riduce il gigantesco bilancio di 33 miliardi di euro. E realizza un utile netto di 1,44 miliardi anche grazie ai titoli di Stato che ha acquistato nei momenti più bui della crisi. La Banca centrale europea chiude un bilancio del 2013 più "snello" e più "in forma" di quello del 2012: merito anche delle sue politiche monetarie, del conseguente ribasso dei rendimenti dei titoli di Stato. Questo le permette di distribuire alle banche centrali nazionali, inclusa la Banca d'Italia, 1,43 miliardi di euro. La fotografia di fine 2013 mostra che la Bce aveva in portafoglio titoli di stato italiani per 89,7 miliardi, titoli irlandesi per 9,7 miliardi, greci per 27,7, spagnoli per 38,8 e portoghesi per 19,8.
Il bilancio della Bce è un po' la cartina di tornasole della politica monetaria. E dimostra come – anche per motivi indipendenti dalla sua azione – la situazione nel Vecchio continente stia un po' migliorando. Il fatto che il bilancio dell'Eurotower stia dimagrendo (è passato da 207 miliardi del 2012 ai 174 attuali) deriva per esempio dal fatto che molte banche stanno restituendo i prestiti agevolati che la Bce aveva erogato tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 (i cosiddetti Ltro): allora la Bce era intervenuta per salvare il sistema creditizio e molti Stati da gravi difficoltà, ora invece alcune banche possono restituire i prestiti perché la situazione è molto migliore. Questo ha l'effetto di ridurre le dimensioni del bilancio Bce. E, quindi, è un sintomo di minore emergenza in Europa.
Anche gli utili sono in parte frutto della migliorata situazione. La Bce scrive su un comunicato che i proventi nascono in parte dagli interessi derivanti dalle banconote in euro (406 milioni) e dai titoli acquistati (962 milioni). Di questi, solo 437 milioni derivano dai titoli greci. E 204 milioni sono arrivati dal programma di acquisto di obbligazioni garantite. Ci sono poi 52 milioni di euro realizzati da operazioni finanziarie. Ma anche svalutazioni per 115 milioni. Queste minusvalenze derivano in gran parte dalla riduzione complessiva del valore di mercato dei titoli detenuti in dollari Usa. Il presidente Mario Draghi vanta uno stipendio di 378mila euro nel 2013: secondo l'Ansa oltre doppio di presidente Fed, ma meno del governatore Bankitalia.R.Fi.
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