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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2014 alle ore 10:25.
L'ultima modifica è del 24 febbraio 2014 alle ore 11:25.

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Un avviso di garanzia è stato emesso dalla Procura di Trieste nei confronti di Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex direttore generale di Generali. Il provvedimento, emesso in dicembre, contesterebbe loro l'aver ostacolato l'esercizio delle autorità pubbliche di vigilanza.

Avviso di garanzia per Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex direttore generale di Generali, per ostacolo alle autorità di vigilanza. L'iniziativa del Procuratore di Trieste, Federico Frezza, ha preso il via dal dossier inviato alla Procura della Repubblica del capoluogo giuliano da Consob e Ivass nell' ottobre scorso. Il Pm dall' autunno scorso ha ascoltato diversi soggetti a vario titolo coinvolti in questa vicenda - da Mario Greco a Enrico Marchi - tutte "persone informate sui fatti".

Secondo quanto si apprende, le segnalazioni delle autorità di vigilanza riguarderebbero presunte irregolarità nella governance interna di Generali rispetto ad alcuni investimenti in private equity e fondi alternativi, decisi o gestiti direttamente da Perissinotto e Agrusti, senza le necessarie deleghe, o senza perizie o strumenti di monitoraggio e di protezione.
Generali aveva dichiarato di aver iscritto a bilancio sette investimenti pari a 234 milioni di euro di perdite. Ma da un'analisi interna condotta da Kpmg a suo tempo, le operazioni controverse avrebbero però avuto un valore per 660 milioni. Tutte erano accomunate dal fatto di essere collegabili alla merchant bank Finint di Enrico Marchi e Andrea De Vido, a Palladio Finanziaria di Roberto Meneguzzo e al gruppo Valbruna della famiglia Amenduni, soci veneti in Generali tramite Ferak ed Effeti. Da qui la segnalazione all'autorità giudiziaria sul versante penale.

Sulla vicenda il Cda di Generali si era espresso una prima volta, dopo un parere legale, decidendo di non procedere contro Perissinotto. L'Ivass aveva però chiesto alla compagnia di sottoporre nuovamente la decisione al comitato Controllo e rischi e quindi al Cda. In quella sede, la compagnia aveva escluso "qualsiasi profilo di rilevanza penale" nei comportamenti emersi.

Il 19 febbraio scorso il consiglio di amministrazione del leone aveva quindi dato mandato al Group Ceo Mario Greco di ricorrere in sede giuslavoristica contro gli accordi risolutivi dei rapporti di lavoro di Perissinotto e Agrusti, ed eventualmente di intraprendere "ogni altra iniziativa volta al ristoro di tutti i danni subiti".

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