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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2014 alle ore 08:17.

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MILANO
I danni attribuibili agli ex vertici della Fondazione Mps ammontano a 381 milioni per quanto riguarda l'aumento di capitale del 2008 (acquisto Antonveneta) e 362 milioni per quanto riguarda quello del 2011. È quanto emerge dal parere legale firmato dall'avvocato Giorgio De Nova, richiesto dagli attuali vertici della Fondazione Mps presieduta da Antonella Mansi, su eventuali profili di responsabilità della vecchia gestione guidata da Gabriello Mancini, per i danni subiti in questi anni dall'ente. Tra il 2008 e il 2013, infatti, il patrimonio è passato da 5,6 miliardi a meno di 700 milioni. Il parere dovrebbe essere esaminato dalla prossima deputazione del 5 marzo. Per quanto riguarda il 2008, nel documento si legge che «i responsabili risultano i componenti della Deputazione amministratrice di allora: Gabriello Mancini, Luca Bonechi, Carlo Ceccarelli, Enrico Cecchetti, Fabrizio Felici, Alessandro Lastray, Riccardo Martinelli». Inoltre «risulta anche responsabile, in concorso con i componenti, l'advisor Jp Morgan, che in una situazione di conflitto di interessi ha omesso di rappresentare alla Fondazione la superfluità e gli inconvenienti dell'operazione». Per Bonechi, Ceccarelli, Felici e Lastray la prescrizione arriverà nel 2014; per Jp Morgan e gli altri deputati nel 2018. Per quanto riguarda il 2011, i responsabili sarebbero, oltre Mancini, Vittorio Galgani, Enrico Bosi, Enrico Cecchetti, Paolo Fabbrini, Riccardo Martinelli, Alessandro Piazzi, Marco Parlangeli e le 12 banche finanziatrici .
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