Lo strappo in Crimea: ecco come la crisi ucraina può arrivare nei portafogli degli investitori
Venerdì le Borse hanno segnalato un certo nervosismo alla vigilia del voto a favore della secessione della Crimea, ma nell'ultimo mese le tensioni hanno attraversato diversi mercati. Anche se molto dipenderà dalla prosecuzione degli eventi, ecco come il rischio di disintegrazione dell'Ucraina e di confronto duro tra Russia e Occidente può impattare già da oggi sui mercati finanziari e della commodities (e sui nostri portafogli).
di Pierangelo Soldavini
4. L'energia ostaggio di Mosca

La Russia è uno dei maggiori esportatori di petrolio e gas naturale e, coma ha già dimostrato cinque anni fa nei confronti dell'Ucraina, non si fa molti problemi nell'utilizzare petrolio e gas come arma di ricatto chiudendo i rubinetti di greggio e gas. Una minaccia che rischia di avere impatti sui mercati energetici mondiali. Il Wti per consegna aprile ha chiuso al Nymex venerdì in rialzo di quasi un dollaro, arrivando a 99 dollari al barile, attorno ai livelli massimi dell'ultimo anno (a inizio marzo ha toccato un picco a 105 dollari).
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