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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 12:39.
L'ultima modifica è del 18 marzo 2014 alle ore 17:13.

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Cinture allacciate per le nuove decisioni della Federal Reserve. Questa sera si riunisce il Fomc (il comitato operativo della Banca centrale degli Stati Uniti) in una due giorni che si concluderà domani con le nuove indicazioni di politica monetaria. Quali decisioni saranno prese? A dicembre è stato avviato il tapering (piano di riduzione degli stimoli monetari). Da allora la Fed ha ridotto gli stimoli da 85 miliardi di dollari al mese a 65 miliardi (operando due riduzioni da 10 miliardi). Continuerà su questa strada e annuncerà domani sera che gli stimoli dal prossimo mese verranno ridotti a 55 miliardi? Oppure manterrà un atteggiamento attendista e guardingo nell'attesa che arrivano segnali più netti sulla ripresa economica?

La domanda che si pongono gli investitori è, del resto, l'essenza del nuovo mandato di Yanet Yellen, il governatore che da febbraio ha sostituito Ben Bernanke, la prima donna in assoluto a tenere il timone della Fed. Il compito della Yellen è quello di dosare la fine degli stimoli in modo tale da favorire una ripresa dell'economia "naturale" senza che i tassi salgano troppo. Anche perché i mutui statunitensi sono agganciati all'andamento dei titoli di Stato a 30 anni e, se questi dovessero salire, molti mutui a tasso variabile potrebbero tornare in difficoltà. Sarebbe peraltro uno scenario già visto nel 2007, quando dopo il rialzo dei tassi negli Usa molti mutui concessi agevolmente a clientela subprime a tasso variabile andarono in default.

Un compito non facile a medio termine. Anche per questo gli esperti sono divisi su quello che potrà decidere domani il Fomc. «Riteniamo che la Fed continuerà nei prossimi mesi con il tapering, quindi che continuerà il percorso di riduzione al ritmo di 10 miliardi al mese negli acquisti di titoli», spiega Claudio Barberis, responsabile asset allocation di Moneyfarm».

Secondo Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav, «è difficile immaginare cosa farà la Fed. In questa riunione penso che annunceranno di voler progressivamente diminuire gli interventi, ma senza dire quando».

Per gli esperti di Nomura l'ultimo dato sui nuovi posti di lavoro creati a febbraio (esclusi i lavoratori agricoli, da cui i cosiddetti dati non farm payrolls) a quota 175 mila «sono stati migliori delle attese (143mila, ndr). Questo dovrebbe spingere la Fed a ridurre gli stimoli a 55 miliardi già dal prossimo Fomc di mercoledì. È anche probabile che la Fed sostituirà la soglia del tasso di disoccupazione al 6,5% per determinare la forwarde guidance con una più ampia gamma di indicatori sulla stessa linea della Bank of England».

Come reagiranno i mercati? «Il prosieguo del tapering a step di 10 miliardi è assolutamente scontato, quindi l'attenzione sarà rivolta ai parametri di valutazione che potrebbero spostare le previsioni su un rialzo dei tassi tra il primo e il secondo semestre del prossimo anno - spiega Claudia Segre, segretario generale Assiom Forex-. In questo momento i mercati sono distratti dalle questioni geopolitiche , dall'escalation del braccio di ferro Ue/Russia al rallentamento ed i fallimenti delle corporates cinesi».

Dipenderà molto dalle parole usate (e software algoritmici saranno pronti ad analizzarle, direzionando gli acquisti automatici che ormai rappresentano circa la metà degli scambi in Borsa). «Sarà molto importante seguire la conferenza stampa al termine della riunione della Fed, per capire quali potranno essere i prossimi movimenti sui tassi d'interesse. La Fed ha precedentemente annunciato che un eventuale aumento sarà valutato quando il tasso di disoccupazione dovesse scendere attorno al 6,5% o l'inflazione salire al 2,5 per cento. Posto che il tasso di disoccupazione ha raggiunto in febbraio un livello molto vicino al limite (6,7%), il mercato si aspetta che la Yellen faccia chiarezza sull'abbandono di questi obiettivi numerici e si orienti piuttosto verso criteri di tipo qualitativo per giudicare lo stato dell'economia: un eventuale sviluppo in questo senso, permetterebbe al mercato un'estensione del movimento positivo, perché rappresenterebbe l'ufficializzazione della continuazione di politiche monetarie espansive - argomenta Luca Gianelle, Client portfolio manager di Russell Investments -. Riteniamo invece che ogni segnale che la Fed possa dare di rialzo dei tassi, che potrebbe avvenire solo a partire dalle prossime riunioni in concomitanza di segnali economici positivi, possa avere degli effetti molto profondi sul mercato, e rappresentare il motivo di nuova volatilità (ed opportunità) sui prezzi, sia azionari che obbligazionari».

twitter.com/vitolops

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