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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 06:43.

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MILANO
Il gruppo russo Rosneft spariglia le carte e mette sul piatto 500 milioni per diventare il primo azionista di Pirelli. Con un accordo a sorpresa, comunicato ieri mattina, si scioglie così dopo meno di un anno, e in largo anticipo rispetto ai piani originari (4 anni), la cordata Lauro61, formata da Marco Tronchetti Provera, le banche Intesa Sanpaolo e UniCredit e il fondo di private equity Clessidra, a cui faceva capo il 26,2% della Pirelli.
La nuova intesa prevede la creazione di un nuovo veicolo, a cui farà capo il 26,2% di Pirelli, di cui Rosneft avrà il 50% e il restante 50% sarà detenuto da una newco composta all'80% da Nuove Partecipazioni (Marco Tronchetti Provera e altri soci a lui vicini, Carlo Acutis, Luca Rovati, Massimo Moratti, Alberto Pirelli e Sigeri Diaz) e al 10% ciascuno da Intesa e UniCredit. Nell'ambito del nuovo riassetto dunque, dei vecchi partner di Lauro61 solo il fondo Clessidra liquiderà completamente l'investimento con una plusvalenza clamorosa: il gruppo guidato da Igor Sechin entrerà infatti nella catena societaria a monte di Pirelli sulla base di una valorizzazione del gruppo degli pneumatici di 12 euro per azione contro un investimento iniziale del fondo che fissava a 8 euro la valorizzazione di Pirelli. Le banche, Intesa Sanpaolo e Unicredit, attualmente titolari del 18,4% di Camfin-Lauro ciascuna, venderanno per poi reinvestire una parte delle plusvalenze realizzate accanto a Nuove Partecipazioni industriali.
I nuovi accordi con Rosneft, secondo quanto si apprende, prevedono un periodo di lock-up (vincolo a non cedere le quote) di quattro anni, avranno una durata di cinque anni e saranno rinnovabili a scadenza per un periodo di tre anni. Nell'ambito dei patti sulla governance è previsto che nel caso in cui Tronchetti lasciasse l'incarico alla guida operativa di Pirelli per sua scelta, cioè prima dei cinque anni previsti, Rosneft avrà il diritto di vendere le proprie azioni Pirelli, una quota indiretta pari al 13,1% del capitale, proprio a Mtp Spa e a un prezzo che le garantisca un rendimento sull'investimento effettuato pari al 10 per cento. L'inserimento di questa put appare dunque il segno della volontà dei russi di puntare sull'attuale gestione del gruppo. Se invece Tronchetti lasciasse per ragioni naturali, Rosneft e la newco dei soci italiani disporranno di un congruo periodo di tempo per trovare un accordo che tuteli al meglio i rispettivi interessi.
L'alleanza con il colosso petrolifero – che rappresenta il numero uno al mondo in termini di riserve e produzione con un risultato operativo pari a 33 miliardi di dollari su un fatturato 2012 di 160 miliardi di dollari e che è partecipato al 20% da Bp – arriva dopo che già da un paio di anni Rosneft è partner commerciale di Pirelli: nel 2012 è stata avviata la vendita di pneumatici Pirelli nelle stazioni di servizio Rosneft e, a tale intesa, è seguito un anno fa il progetto del primo flagship store Pirelli in Russia e dello sviluppo di altri punti vendita in stazioni di servizio Rosneft. Inoltre il gruppo russo ha definito con Pirelli un protocollo di collaborazione nel settore della ricerca e sviluppo, in particolare nei materiali per la produzione di pneumatici e nella gomma sintetica.
L'accordo che porterà all'ingresso di Rosneft nell'azionariato, ha come obiettivo per Pirelli lo sviluppo delle attività e del business, grazie all'intesa con un parter forte, in una delle aree in cui il gruppo della Bicocca punta a espandersi e creare valore. Questo sia grazie al ruolo di Rosneft di investitore industriale a lungo termine, in ottica differente rispetto a quella finanziaria di un fondo di private equity che è necessariamente a orizzonte più limitato, sia grazie al supporto a iniziative commerciali sviluppabili attraverso il network della compagnia petrolifera.
In Borsa, nel giorno in cui è stato comunicato il nuovo riassetto della Bicocca, le azioni hanno registrato un calo del 2,24% a 11,77 euro, una flessione dovuta, secondo alcuni analisti, al minor appeal speculativo del titolo. Con l'ingresso di Rosneft nel capitale al posto di Clessidra cade infatti la prospettiva di un ricambio dell'azionariato nel 2017 che era legata all'orizzonte temporale di investimento del fondo di private equity.
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