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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 06:43.

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Marco Fossati dismette i panni del rivoluzionario. Questa volta non ha voluto dare «spallate» e ha deciso di presentare solo una lista di minoranza per il rinnovo del cda Telecom. Ma le tre candidature che ha avanzato – «tre ingegneri competenti del settore» (il patron di F2i Vito Gamberale, l'ex dirigente Telecom Girolamo di Genova che è stato a capo delle strategie e Franco Lombardi, altro ex Telecom e presidente Asati) – saranno sostenute da un piano dettagliato che ridia prospettive di crescita a Telecom. «Da dicembre (quando si è tenuta l'assemblea richiesta dalla stessa Findim per la revoca del cda, ndr) siamo rimasti in costante contatto con i fondi – spiega Fossati – e ci siamo confrontati per capire cosa era meglio fare per il bene dell'azienda e per le aspettative del mercato. Non vogliamo ribaltare il controllo, non è nostro ruolo con il 5%. Ma vogliamo essere propositivi come ci chiede il mercato. La lista presentata da Telco ci lascia spazio per inserire nel nuovo board delle persone competenti, che saranno in grado di tener testa al management e che sono le stesse che hanno lavorato al piano e che sapranno quindi illustrarlo al meglio in consiglio. Se poi ci saranno proposte migliori ben venga: l'importante è che Telecom si doti di un piano strategico». Che non può essere, secondo Findim, aspettare di vedere come Telefonica risolve i suoi problemi in Brasile.
Il piano, messo a punto con la collaborazione di Analysys Mason, «mira alla crescita e al rafforzamento nazionale e internazionale di Telecom Italia» e, in particolare, fa leva sul rafforzamento del presidio sui mercati di attività, in Italia tramite l'alleanza con Metroweb e in Brasile con Gvt senza ecludere, in prospettiva, un'alleanza con Oi per tornare nella telefonia fissa dalla quale il gruppo era uscito quando era stato costretto a cedere Brasil Telecom. Ma che possibilità ci sono che il piano portato avanti da pochi consiglieri di minoranza – si vedrà quanti posti riuscirà ad aggiudicarsi in consiglio la lista Fossati – sia ascoltato da un board espresso da un'altra maggioranza, seppur in via di dissoluzione? Fossati è convinto che quando Telco si scioglierà e Telefonica resterà il primo azionista col 15%, ma senza voce nel board, «a fare la differenza sarà il mercato: se la nostra lista avrà il sostegno del mercato, sarà difficile ignorare le nostre proposte».
Fossati parte sabato per New York da dove si ripromette di mettersi a disposizione dei fondi che fossero interessati ad approfondire le tematiche del piano e, naturalmente, con l'ausilio della società di consulenza Boudicca Proxy Consultants, di sollecitare il sostegno ai suoi candidati. Findim ritiene di avere buone chances, dal momento che l'orientamento di Iss e Glass Lewis – le due principali società internazionali che suggeriscono ai fondi come votare in assemblea – sarebbe a favore della lista di Fossati e della nomina di Gamberale per la presidenza. Si vedrà se questo orientamento è destinato a cambiare alla luce dei nomi proposti da Telco e di quelli che il comitato dei gestori di Assogestioni deve ancora depositare.
Findim, sottolinea una nota della holding, crede ancora che sia possibile realizzare il percorso della public company, «con una gestione indipendente da condizionamenti e proiettata verso l'efficienza, impegnata all'arresto del declino, focalizzata quindi sulla crescita, per la piena realizzazione delle sue grandi potenzialità industriali». L'auspicio è di poter «contribuire alla nomina di un consiglio che possa lavorare in maniera coesa».
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