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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2014 alle ore 06:44.

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MILANO
UnipolSai è ancora la somma di quattro bilanci distinti. Tuttavia dai numeri proforma è possibile leggere i progressi fatti dalla compagnia e le misure ancora necessarie per completare il piano di integrazione. È lo stesso amministratore delegato di UnipolSai e Unipol Gruppo Finanziario, Carlo Cimbri, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, a delineare il percorso: «Gli utili sono doppi rispetto a quanto era stato ipotizzato, abbiamo già raggiunto il target di solidità patrimoniale 2013 e siamo in linea con gli obiettivi tecnici previsti per il 2015».
Partiamo dai profitti, il proforma UnipolSai segna 1,2 miliardi di utile lordo e 694 milioni di risultato netto, è quanto vi aspettavate?
Le cifre sono ampiamente superiori a quanto era stato previsto, per l'esattezza i risultati economici della compagnia sono il doppio di quanto stimato. E questo è dovuto all'ottimo andamento della gestione tecnica e all'ottimo andamento della gestione finanziaria.
Avete raggiunto un solvency ratio di 1,5 volte e un combined ratio del 93,3%. Sono valori sostenibili o migliorabili?
La solidità patrimoniale era uno dei pilastri dell'operazione, abbiamo raggiunto il target che avevamo fissato al 2013 e confidiamo che questo sia un livello sostenibile. Qui ci siamo arrivati grazie agli aumenti di capitale per 1,7 miliardi, con il supporto dei maggiori utili industriali e complice il risultato della gestione finanziaria.
Restiamo alla componente industriale, anche il combined ratio è replicabile?
Siamo in anticipo sulla tabella di marcia, l'obiettivo era raggiungere un combined ratio del 93% al 2015 e noi, di fatto, siamo già lì. E questo è il frutto di un ottimo andamento della sinistralità e della pulizia che abbiamo fatto a livello di portafoglio. Pulizia che si è tradotta in una riduzione dei premi danni dell'8,1% e in un sensibile calo delle denunce: -15,8% in Fondiaria Sai e -14,4% in Milano Assicurazioni. Il combined ratio è tanto più rilevante se si considera il punto di partenza: nel 2011 era al 104,8%. La discesa al 93,3% vale oltre 1 miliardo in termini di gestione industriale. In virtù di questo e considerato il contesto di mercato altamente competitivo che porterà a un'ulteriore pressione sui prezzi, stiamo lavorando per rendere stabili e consolidare questi andamenti tecnici. Abbiamo anche integrato le riserve FonSai di altri 150 milioni. Ora siamo a livelli di eccellenza sulla riservazione.
E la gestione finanziaria?
Abbiamo creduto nel sistema Italia in un momento assai complicato. Con lo spread a 500 abbiamo comprato Fondiaria Sai e abbiamo aumentato il peso dei titoli di Stato italiani, tutto con una logica di rischio ponderata. Oggi il 76,8% dei 43,9 miliardi investiti in obbligazioni è rappresentato da governativi italiani che, sia in termini di rendimento che di valore, fanno parte di un portafoglio plusvalente.

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