Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 06:38.

My24


Il divorzio entro l'estate dai soci veneti con il conseguente addio a Effeti, per assumere direttamente l'1% di Generali. E una valorizzazione dei cashes di UniCredit, sperando che il mercato sia più attratto dalla ricca cedola annua – di fatto il 4,5% – che spaventato dalla mancata distribuzione di quest'anno. I conti 2013, approvati ieri, si sono chiusi con 42 milioni di avanzo (30 in più del 2012), ma in Fondazione Crt l'attenzione si è già spostata sui due dossier che terranno banco per i prossimi mesi: la partecipazione in Generali, attualmente detenuta tramite Effeti, e quella in UniCredit, con particolare riferimento al nodo dei cashes.
Sul primo versante i tempi sembrano ormai maturi per chiudere l'esperienza di Effeti, il veicolo compartecipato da Ferak e Fondazione Crt e a cui fa capo il 2,15% del Leone. Costituito quattro anni fa per rilevare la partecipazione in Generali, allora di UniCredit, negli anni ha visto crescere le tensioni tra i due soci – i torinesi da un lato, i veneti dall'altro –, culminate due anni fa con il riassetto tra gli azionisti della Compagnia e lo scontro per la conquista di FonSai. Poi le acque almeno in Effeti sembrano essersi in parte calmate, e Crt – dopo aver rifiutato un'offerta formulata dai veneti per l'acquisto di tutta la quota nel Leone – punterebbe ora a sciogliere il veicolo ma a tenersi, stretto, il "suo" 1,05% in Generali. A favorire il divorzio, la Borsa: attualmente il titolo è in carico a Effeti per 18 euro, non così lontano dalla chiusura di ieri (15,6); tra i soci ci sono stati diversi incontri nelle scorse settimane e a Torino si dà per probabile uno scioglimento entro il primo semestre.
L'ottimizzazione del portafoglio non vedrà protagonista solo la quota nel Leone. Reduce da un giro di consultazioni con le principali società partecipate dalla Fondazione (oltre a UniCredit e Generali anche Atlantia e Cdp), l'ente presieduto da Antonio Maria Marocco e guidato dal segretario generale Massimo Lapucci non esclude alcuni interventi per ottimizzare il profilo di rischio e le prospettive di rendimento, ed è proprio in quest'ottica che sarà esaminato il dossier UniCredit. Al netto di qualche possibile limatura, la Fondazione resterà vicina all'attuale 2,5% (anche se il valore di carico è la metà di quello di mercato) ma secondo quanto si apprende vorrebbe valorizzare i cashes, il mezzo miliardo di obbligazioni sottoscritte nel 2009 per ricapitalizzare la banca: sulla carta si tratta di un affare (la cedola è pari al tasso Euribor a tre mesi più 450 punti base), ma l'erogazione è vincolata agli utili della banca e da allora sono stati diversi gli anni in cui è saltata. L'anno scorso a Crt hanno reso 19 milioni, quest'anno nulla visto che UniCredit ha chiuso il 2013 in rosso per 14 miliardi: di qui il progetto di vendere le obbligazioni, attualmente in carico al 64% del valore nominale; a quanto risulta l'asset interesserebbe a diversi investitori a caccia di rendimenti elevati, e la Fondazione conterebbe sulla collaborazione della stessa banca (ad esempio rinegoziando alcune parti del contratto) proprio per favorire la cessione.
Per il resto, il bilancio di Fondazione Crt approvato ieri vede un patrimonio netto contabile salito a fine 2013 a 2,1 miliardi (200 milioni in più di un anno prima). A valori di mercato è tornato oltre i 3 miliardi (2,4 a fine 2012), mentre l'indebitamento si è ridotto da 205 a 80 milioni; le erogazioni nel corso del 2013 sono state pari a 41 milioni, per 7 milioni coperte con il fondo di stabilizzazione.
@marcoferrando77
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi