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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2014 alle ore 08:13.

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VERONA. Dai nostri inviati
Numeri da record per un'assemblea dall'esito scontato. I soci del Banco Popolare hanno confermato come previsto Pier Francesco Saviotti e Carlo Fratta Pasini al vertice dell'istituto per un altro triennio. Il via libera all'attuale amministratore delegato e al presidente uscente è arrivato ieri, al termine di un'assemblea che ha registrato il picco storico di presenze per il Banco: quasi 25mila i voti espressi, comprese le deleghe, dagli oltre 10mila soci sparsi tra Verona, sede dell'evento, e le quattro città collegate in videconferenza, ovvero Novara, Lodi, Lucca e Modena. Nel segno della continuità con la gestione precedente, sono stati confermati anche l'attuale direttore generale Maurizio Faroni e il condirettore Domenico De Angelis. La lista di maggioranza ha ottenuto 21.452 voti sui 24.924 complessivi, pari all'86% delle preferenze totali. Alla compagine di minoranza sono andati invece 2.418 voti (9,7%), che valgono l'ingresso in Cda di Tommaso Zanini.
Incassata la piena fiducia dei soci, per il management si apre ora la sfida dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi che scatta domani in Borsa. Un'operazione su cui Saviotti si mostra fiducioso. «Abbiamo incontrato molti soci e clienti, riscontrando una notevole propensione a sottoscrivere - dice il banchiere -. Sono convinto che il nostro retail risponderà bene: c'è un sentiment veramente positivo nei confronti del piano e del Banco». Fonti di mercato stimano che il 35% del valore complessivo dell'aumento possa essere collocato direttamente attraverso la rete del Banco e che il retail possa coprire complessivamente il 50 per cento. La ricapitalizzazione, ha ricordato Saviotti ai soci, è «una decisione coraggiosa, che non serve soltanto ad allinearci alle richieste della Bce» ma anche ad «avere le spalle robuste per essere più proattivi nei confronti delle imprese e delle famiglie». Post aumento, il Cet 1 fully phased salirà dal 7,3% al 10,8%, contro una richiesta della Bce pari all'8 per cento.
Per Saviotti l'assemblea è stata anche l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. La prima stoccata ha colpito l'agenzia di rating S&P che, all'indomani dell'annuncio dell'aumento, ha tagliato il rating del Banco a BB- da BB. «Credo che con noi (gli analisti di Standard & Poor's, ndr) siano stati poco professionali», ha attaccato il banchiere. Anche perchè in fase di aumento di capitale «credo non si debba abbassare» il giudizio sul merito di credito: «Si aspetta l'operazione e poi si decide». L'altra battuta Saviotti l'ha riservata alla Bce e ai paletti fissati nell'ambito dell'Asset quality review. «Un socio ha detto che l'ingresso in Bce porta regole e opportunità: per ora però io mi sono accorto soltanto delle regole». La verifica degli ispettori, che per tutte le banche italiane è iniziata il 10 marzo, ha aggiunto a margine il manager, si concluderà il 18 luglio.
A Fratta Pasini è toccato invece difendere il modello di governance del Banco. Il presidente ha mostrato di non gradire l'idea di Popolare "ibrida" proposta da alcuni istituti: «A noi piace essere Popolare senza altri aggettivi», ha scandito. Il Banco non ha quindi in programma riforme per garantire posti in Cda ai fondi. «L'unica che lo ha fatto è stata Bpm e ora si ritrova senza investitori istituzionali», ha concluso.
Ieri l'assemblea del Banco ha approvato pressochè all'unanimità anche il bilancio 2013 e l'incorporazione del Credito Bergamasco.
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