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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 18:17.

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NEW YORK - Il re dei motori di ricerca e di Internet gioca al raddoppio, di titoli s'intende. Da oggi l'azienda in Borsa li moltiplicherà esattamente per due, GOOG e GOOGL. (a metà seduta entrambi i titoli erano in rialzo alla pari di circa il 2,7% a 581 dollari), portandoli a quasi 700 milioni, con la distribuzione ai soci (tutti quelli registrati al 27 marzo) di nuove azioni di Classe C per ciascun titolo di Classe A in loro possesso.

Una mossa tutt'altro che insignificante oppure soltanto simbolica. Promette vantaggi sia per il titolo che per i fondatori, Larry Page e Sergey Brin. Avrà infatti il vantaggio di riportare a prezzi più avvicinabili le azioni, tra le poche salite sopra i mille dollari e che ora vengono sostanzialmente dimezzate attirando potenzialmente nuovi investitori. Il risultato dovrebbe essere un ancora maggior sostegno al titolo e quindi un guadagno in termini di capitalizzazione di mercato dell'azienda. Se nel primo anno di scambi lo spread tra azioni A e C aumentasse troppo, Google ha previsto una compensazione.

Ma si tratta soltanto delle prospettive del titolo: lo split avrà soprattutto l'effetto di garantire il continuo e stretto controllo dell'azienda da parte di Page e Brin. Le azioni di classe A (i vecchi titoli che avranno però il nuovo simbolo GOOGL) conteranno come prima per un voto ciascuna. Ma creando ex novo le azioni di Classe C (che erediteranno quale simbolo lo storico GOOG) Page e Brin dotano Google di uno strumento inedito e, per loro, del tutto innocuo.

Le classe C non avranno alcun diritto di voto, consentendo in futuro di elargire incentivi in azioni (i dipendenti sono passati da 2.300 a 44.000 in dieci anni), oppure di effettuare emissioni o di comprare prede con offerte in titoli, senza mai aver bisogno di diluire la quota di controllo dei due fondatori. Una quota che è concentrata in azioni speciali e fuori mercato di classe B, ognuna con diritto a dieci voti e quasi tutte (46,7 milioni) in mano a Page e Brin. «È la classica mossa da fondatori», ha commentato un analista.

Non manca un effetto collaterale e paradossale anche su Wall Street di questo sdoppiamento. Lo Standard & Poor's 500, per ora, avrà al suo interno sempre 500 aziende ma 501 titoli, perchè entrambe le nuove azioni targate Google saranno nell'indice.

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