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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2014 alle ore 13:49.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2014 alle ore 14:02.
Titoli di Stato italiani
Lo Stato può decidere il rimborso in lire anziché in euro per i titoli di Stato emessi sotto la sua giurisdizione (la quasi totalità). Se questa ipotesi diventasse più che trascurabile è però lecito attendersi forti vendite di titoli che ne ridurrebbero il valore sui mercati. Il danno potrebbe attenuarsi se il titolo venisse portato a scadenza ma a quel punto subirei l'effetto della svalutazione della nuova moneta. Se, ma è solo per semplificare l'ipotesi, ho comprato 1.000 euro di BTp e mi vengono rimborsati con 1.000 nuove lire, che nel frattempo si svalutate ad esempio del 10%, avrò comunque perso dei soldi. Per titoli non indicizzati all'inflazione subirei inoltre l'effetto di un contesto economico più influenzato dall'aumento dei prezzi rispetto a quello attuale.
Titoli di stato esteri
Non cambia nulla. Se ho un titolo americano o tedesco continuerò a percepire interessi e rimborso in dollari ed euro. Con una moneta nazionale più debole guadagnerei ulteriormente in termine di potere d'acquisto.
Obbligazioni societarie
Per le le obbligazione emesse in euro sotto il diritto italiano vale quanto detto per i titoli di Stato ma con un rischio più alto di default dell'emittente in conseguenza dei contraccolpi dell'uscita dall'euro. Molte grandi imprese italiane si troverebbero infatti a dover sostenere il peso di obbligazioni emesse sotto il diritto di altri Stati (ad esempio Olanda o Inghilterra). Interessi e rimborsi andrebbero ripagati in euro mettendo in difficoltà soprattutto gruppi che fatturano prevalentemente in Italia, dunque in lire svalutate, e hanno esposizioni significative su questo tipo di bond (vedi tabella). Chi invece possiede obbligazioni di società estere continuerà a percepire cedole e dividendi nella valuta d'origine con vantaggi aggiuntivi derivanti dal gioco dei cambi.
Azioni italiane
La conversione non cambia la quota di società che possiedo ma rimborsi e dividendi verrebbero pagati con la nuova moneta. Il generale clima di incertezza, il peggioramento delle condizioni di credito, avrebbero però l'effetto di provocare vendite e deprimere i valori dei titoli. Difficile che questi fattori negativi siano compensati dal recupero di competitività legato alla valuta più debole. Per le azioni estere non cambia nulla: dividendi e proventi della vendita continuano ad essere percepiti nella valuta originaria.
Derivati
Come per tutti i contratti finanziari, dipende tutto dal foro di competenza e dalla valuta di riferimento. Ovvio che se il contratto è denominato in dollari, non cambia nulla. Se il contratto è in euro e la giurisdizione di riferimento è – come spesso capita – Londra, allora ricadremo nel caso dei bond sotto giurisdizione estera. Comunque gran parte dei contratti derivati in essere ha qualche clausola che contempla quanto può accadere nel caso di eventi eccezionali legati a cambi di valuta, ristrutturazioni del debito e altro, prevedendo per esempio la risoluzione del contratto e/o l'erogazione di somme predefinite.
Fondi-Sicav-Etf
In questo caso dipende dal sottostante. Se ci sono, per esempio, titoli di Stato italiani nel portafoglio del "veicolo", vi sarà un effetto sul valore della quota in caso di conversione da euro a lira. C'è poi la questione del domicilio dello strumento finanziario con tutte le consuguenze fiscali del caso.
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