Anima Holding torna in Borsa senza per il momento molta spinta. Il titolo della società di gestione del risparmio ha infatti debuttato questa mattina a 4,07 euro, circa il 3% in meno rispetto al prezzo di collocamento (4,20 euro), e si è poi assestato attorno a quel livello per terminare a quota 4,05 (-3,6%). Il tutto in una giornata in cui Piazza Affari ha invece a rialzato la testa dopo le due ultime sedute di perdite. Gli scambi sono stati piuttosto sostenuti, come si conviene in queste situazioni: sono passati di mano circa 50 milioni di titoli nel corso della seduta, ovvero il 30% dell'ammontare collocato sul listino.

Le incertezze dell'esordio non sembrano comunque preoccupare più di tanto l'amministratore delegato, Marco Carreri, che guarda a un futuro a medio-lungo termine e tiene invece a sottolineare l'interesse dei capitali esteri per il proprio gruppo. «Circa il 90% delle richieste da parte degli investitori istituzionali è arrivata da oltre confine, un apprezzamento che dimostra la forte apertura di credito nei confronti del nostro Paese e che al tempo stesso ci fa ben sperare», ha detto Carreri intervenendo a Piazza Affari nella consueta cerimonia della campanella che accompagna ogni debutto. «Qualche fondo estero ha anche una quota superiore al 2%», ha poi aggiunto, ma senza rivelare nomi.

L'amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, ha manifestato da parte sua grande apprezzamento per l'operazione e si è augurato che l'esempio di Anima «possa aprire la strada a numerose altre quotazioni in un settore come quello del risparmio gestito che non è molto di moda ma che è da sempre importante per il nostro Paese». Anima Holding è la sesta società a sbarcare sul listino milanese in questo primo scorcio del 2014 (le prime 5 aziende avevano scelto il segmento di mercato Aim dedicato alle Pmi) e con la sua capitalizzazione pari a 1,26 miliardi di euro è la più grande dopo il debutto di Moncler dello scorso dicembre.

Anima ha raccolto 692,5 milioni dall'operazione, gran parte dei quali sono stati incassati dal fondo Clessidra (360 milioni, attraverso il veicoli Lauro 42), ma anche Banca Popolare di Milano (207 milioni) e Monte dei Paschi (126 milioni) porteranno a casa denaro probabilmente utile per coprire le richieste di capitale legate all'asset quality review della Bce. In Borsa correrà idealmente a fianco della altre 3 società di risparmio gestito già presenti: Azimut, Banca Generali e Mediolanum. Queste ultime possono vantare multipli mediamente più elevati (prezzi da 13,5 a 21,4 volte gli utili, contro 10,5), anche se bisogna considerare che a differenza delle concorrenti Anima non può contare una rete di distribuzione di proprietà.

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