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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2014 alle ore 08:05.
L'ultima modifica è del 28 aprile 2014 alle ore 10:21.

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PARIGI - Altre 48 ore di suspense per il dossier Alstom. Al termine del consiglio di amministrazione, inizialmente convocato per dare il via libera alla cessione delle attività energetiche (pari a circa il 70% del fatturato) al colosso americano General Electric (per oltre 9 miliardi), il gruppo francese ha diffuso ieri sera una nota in cui dichiara che "prosegue e approfondisce la propria riflessione strategica" e che "informerà il mercato entro il mattino di mercoledì prossimo 30 aprile". Nel frattempo Alstom ha chiesto all'Amf, la Consob francese, di mantenere fino ad allora la sospensione del titolo.
La pressione del Governo, in particolare del ministro dell'Economia Arnaud Montebourg, è stata insomma tale da imporre alla società un nuovo calendario, affinché venga presa in adeguata considerazione anche l'offerta arrivata all'alba di ieri mattina dai tedeschi di Siemens.

In una lettera inviata ai consiglieri di amministrazione di Alstom (e per conoscenza al Governo), il presidente di Siemens, Joe Kaeser, propone di rilevare il comparto energia del concorrente francese (valutato tra i 10 e gli 11 miliardi) in cambio delle attività del gruppo tedesco nel trasporto ferroviario (i treni ad alta velocità Ice, con commesse per 5,4 miliardi, e la produzione di locomotive, con un portafoglio ordini per 2 miliardi), ma non l'alquanto redditizia attività nel comparto delle metropolitane.
In questo modo, spiega Kaeser, si creerebbero due leader europei (e mondiali), un Airbus dell'energia e uno del trasporto ferroviario, per usare un termine caro al presidente francese François Hollande.

Al fine di rassicurare il Governo – e rispondere indirettamente ai timori espressi dal numero uno di Alstom Patrick Kron, che aveva sottolineato i rischi per l'occupazione di un'alleanza con Siemens – il presidente del gigante tedesco si impegna a non ridurre il numero di dipendenti per almeno tre anni, a non cedere in una fase successiva alcuna produzione importante e a localizzare in Francia numerosi centri decisionali. Siemens lascia infine la porta aperta alla possibilità che sia un altro gruppo francese a rilevare le attività nel settore nucleare, ovviamente strategico per il Paese.

Una dichiarazione d'intenti che ha consentito nel pomeriggio al ministro Montebourg, alfiere del "patriottismo economico", di diffondere un comunicato il cui tenore era tale da non lasciare a Kron alcuna altra possibilità se non quella di rinviare la decisione sul futuro di Alstom: "Il Governo, così come i dipendenti della società, ha saputo dell'esistenza di una proposta General Electric giovedì mattina, da un lancio dell'agenzia di stampa Bloomberg. Nel contempo, Siemens ha formulato un'altra proposta, con la possibilità di creare due campioni europei e mondiali. Dell'energia intorno a Siemens e dei trasporti intorno ad Alstom. Ge e Siemens sono due investitori importanti in Francia e due attori di primo piano e il Governo è pronto a esaminare i loro progetti e a parteciparvi finanziariamente, con la sola preoccupazione di proteggere gli interessi industriali francesi. Ge e Alstom hanno il loro calendario, che è quello degli azionisti, ma il Governo ha il suo, che è quello della sovranità economica".

"Ecco perché il Governo – prosegue la nota – auspica di poter disporre del tempo necessario a un serio esame delle proposte. Auspica ugualmente che Alstom valuti con attenzione l'insieme delle offerte ricevute. Alla luce della rilevanza strategica per l'industria e l'economia francesi, il Governo non accetterà che una decisione venga presa precipitosamente".

Montebourg conclude con una minaccia neppure troppo velata: "Bisogna forse ricordare che Alstom vive di commesse pubbliche e del sostegno pubblico all'export".
Il ministro ha anche annullato il previsto incontro con il presidente di Ge Jeffrey Immelt, al quale ha inviato una lettera per ricordargli che l'operazione, essendo Alstom presente anche nel settore strategico del nucleare, ha bisogno del disco verde del Governo.
Immelt sarà invece ricevuto questa mattina all'Eliseo (dove ieri pomeriggio si è svolto un vertice con il premier Manuel Valls, il ministro dell'Economia e quello dell'Energia Ségolène Royal) per cercare di sponsorizzare la sua proposta.

Un dossier politicamente molto delicato, per Hollande, comunque vada a finire. Se verrà accettata l'offerta di Ge sarà accusato di aver consentito lo smantellamento di Alstom (che dieci anni fa, non va dimenticato, venne salvata e rilanciata dall'allora ministro dell'Economia Nicolas Sarkozy). Se passerà quella di Siemens, gli verrà rimproverato di aver ostacolato l'economia di mercato e la libertà d'impresa.

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