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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2014 alle ore 19:17.
L'ultima modifica è del 09 maggio 2014 alle ore 07:16.

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DETROIT - Sergio Marchionne affronta la seconda conferenza stampa in due giorni e lancia due messaggi chiari, uno dei quali a sorpresa: «Il quartier generale della nuova Fca sarà a Londra». Rispondendo a una domanda di un giornalista, il top manager di Fiat ha aggiunto che «il mio ufficio dovrà essere a Londra, ma naturalmente abbiamo staff e uffici dappertutto». Marchionne, insomma, continuerà a dirigere il gruppo "dall'aereo", come ricorda spesso; ma Londra, dove la futura Fiat Chrysler Automobiles avrà il domicilio fiscale, dovrà ospitare - proprio per ottenere il via libera al trasferimento - ben più di un ufficio con qualche impiegato.

Marchionne ed Elkann acquistano azioni Fiat
Il titolo Fiat, che aveva perso oltre l'11% mercoledì, non si è ripreso nella seduta successiva, cedendo ancora lo 0,5% in una seduta positiva per il listino. Per contrastare la tendenza in Borsa, lo stesso Marchionne e John Elkann hanno acquistato ieri azioni Fiat per 1 milione di euro a testa (l'annuncio è arrivato a mercato chiuso). L'impatto monetario è limitato sia per Elkann - che tramite la catena di holding ha il controllo sul 30% di Fiat - che per Marchionne, il quale disponeva a fine 2013 di circa 3 milioni di azioni Fiat oltre che di opzioni già esercitabili su quasi 17 milioni di titoli. La mossa è però importante dal punto di vista psicologico, dopo i dubbi sollevati dagli analisti sulla credibilità del piano Fiat presentato martedì; oggi si vedrà il suo impatto sul mercato. Marchionne non è nuovo ad acquisti sul mercato di azioni Fiat: lo aveva fatto già nell'aprile del 2005, quando il titolo era ai minimi storici e si stava avvicinando la conversione del prestito in mano alle banche.

«Il mercato ha reagito in eccesso»
Quanto al tonfo di mercoledì, il manager ha commentato che «il mercato ha reagito in eccesso'» ma ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Non mi ha sorpreso per due ragioni: il titolo aveva corso molto nel 2014, era naturale che qualcuno vendesse; e il piano è aggressivo, quindi è normale che una categoria di investitori esca: verranno poi sostituiti da altri, ma ci vuole tempo». Il manager rifiuta comunque l'idea di una bocciatura del piano quinquennale: «Il mercato, se ha bocciato qualcosa del piano, ha bocciato il fatto che abbiamo annunciato investimenti così importanti in Europa». Il che ha trasformato il calo in "una buona occasione" per acquistare.

L'erede della Punto fa rotta sulla Polonia
In attesa di vedere come e quando si concretizzeranno i 55 miliardi di euro di investimenti, una notizia trapela dalla Polonia: Fiat produrrà nella fabbrica di Tychy l'erede della Punto. Secondo Automotive News Europe, che cita la stampa polacca, la vettura, che potrebbe essere chiamata 500 Plus, sarà una 5 porte e verrà lanciata nel 2016, con un obiettivo di vendita di 180mila unità l'anno. L'investimento sarà - scrive Ane - di 550 milioni di euro.

Cnh punta a raddoppiare i profitti
La notizia degli acquisti sui titoli Fiat da parte dei vertici del gruppo ha un po' "rubato la scena" alla presentazione del piano strategico di Cnh Industrial, azienda controllata da Exor con il 27% e di cui Marchionne è presidente. CnhI punta a raggiungere nel 2018 un fatturato di 38 miliardi di dollari rispetto ai 32,7 del 2013 e ai 32,1 previsti per quest'anno; l'utile operativo delle attività industriali dovrebbe salire a 3,4 miliardi, con un incremento del 60% sul 2013. Il risultato netto punta a più che raddoppiare a 2,2 miliardi di dollari nel 2018, e l'azienda conta di pagare un totale di 2,2 miliardi di dividendi sull'arco del piano (30% dell'utile netto di periodo). L'amministratore delegato Richard Tobin ha detto ieri che non sono previste fusioni e acquisizioni nell'arco del piano; le macchine agricole di Cnh e i camion di Iveco sono dunque destinati a restare insieme, anche perché - afferma - «Cnh ha bisogno dei motori di Fpt (gli stessi dei camion, ndr), altrimenti sarebbe svantaggiata rispetto alle concorrenti».

Cresce il rosso nei conti di Iveco
CnhI, come già Fiat martedì, ha reso noti ieri anche i risultati trimestrali - calcolati per la prima volta in dollari e secondo gli standard contabili Us Gaap: il primo trimestre 2014 si è chiuso con un fatturato stabile a 7,54 miliardi di dollari (5,4 miliardi di euro al cambio di ieri) e un utile netto di 101 milioni di dollari (72 milioni di euro), in calo dai 151 milioni di un anno prima. Delle due principali divisioni, le macchine agricole hanno guadagnato 464 milioni di dollari (rispetto a 468) su un fatturato in calo da 3,9 a 3,7 miliardi; i camion di Iveco hanno visto un aumento delle perdite da 28 a 70 milioni di dollari (circa 50 milioni di euro) su un giro d'affari in calo marginale a 2,3 miliardi di euro. L'annuncio dei conti non ha fatto bene al titolo CnhI e ha spedito il titolo al ribasso fino al 3% a Milano; le azioni sono poi risalite insieme al mercato, e hanno chiuso con una perdita limitata allo 0,36% a 8,25 euro.

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