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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 07:27.
Con le vendite di riserve auree ormai da anni prosciugate, erano in molti a ritenere che fosse diventato superfluo. Ma il Central Bank Gold Agreement (Cbga) non verrà meno. Le banche centrali europee hanno deciso di rinnovarlo fino al 2019, sia pure con una differenza non trascurabile rispetto al passato: stavolta non viene imposto alcun tetto alle vendite di oro dai forzieri ufficiali.
La quarta edizione del Central Bank Gold Agreement (Cbga), in vigore per 5 anni a partire dal 27 settembre, ha lasciato perplesso qualche analista. «È un rinnovo senza rinnovo – ironizza Matthew Turner di Macquarie – Senza limiti alle vendite non ha molto senso».
Il linguaggio utilizzato dalla Banca centrale europea nello stringatissimo comunicato diffuso ieri ha comunque rassicurato molti osservatori. Non solo si ribadisce la consueta formula secondo cui «l'oro rimane un importante elemento delle riserve monetarie globali», ma i firmatari – la stessa Bce e altre 20 banche centrali (Eurozona più Svizzera e Svezia) – promettono di «continuare a coordinare le transazioni in oro per evitare disturbi al mercato» e affermano di «non avere al momento alcun piano di vendere quantità significative di oro».
Parole che hanno suscitato una reazione entusiasta da parte del World Gold Council, organizzazione di riferimento dei produttori auriferi, per cui persino la rimozione dei limiti alle vendite è da interpretare in chiave positiva, perché «fornisce un chiaro segnale che le vendite di oro sono state sostanzialmente completate».
Se il primo Cbga, nel 1999, era nato in reazione alle ingenti e improvvise vendite decise dalla Gran Bretagna e da altri Paesi – che avevano fatto crollare il prezzo dell'oro sotto 300 dollari per oncia – ormai da anni il settore ufficiale ha smesso in effetti di rappresentare una minaccia per il mercato. A livello globale le banche centrali sono addirittura diventate acquirenti nette dal 2010. Inoltre, a 4 mesi dalla scadenza, i firmatari dell'ultimo Cbga hanno ceduto appena 23,5 tonnellate rispetto alle 2mila consentite e quasi tutte per coniare monete d'oro.
L'assenza di vincoli potrebbe anche non significare nulla nel breve periodo. Ma schiude comunque scenari incerti per il futuro. Le banche centrali che aderiscono al Cbga possiedono oggi 11.945 tonnellate di oro, il 37% delle riserve auree mondiali e quasi il 7% di tutto il metallo che sia mai stato estratto.
Twitter:@SissiBellomo
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