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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 13:52.

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Ogni banca che voglia comprare Monte dei Paschi di Siena «dovrà pagare molto»: è quanto dichiara al Financial Times il presidente della banca senese, Alessandro Profumo.

«Noi al Monte dei Paschi abbiamo spazio per rimanere indipendenti. Chiaramente rimanere indipendenti è sempre una motivazione e questa è la più antica banca del mondo. È anche chiaro che ogni banca (che voglia comprare questa banca) dovrà pagare molto», afferma Profumo in un'intervista rilasciata al quotidiano britannico alla vigilia dell'aumento di capitale di Mps, sotto il titolo "La storica Monte dei Paschi guarda la futuro, al di là delle tribolazioni".

Secondo Profumo, l'introduzione di un meccanismo di vigilanza unico in Europa «riaprirà le M&A internazionali».

L'aumento di capitale e i commenti di Profumo arrivano dopo due anni turbolenti per Monte dei Paschi, ricorda il Ft. La raccolta fondi «allontanerà la minaccia di una nazionalizzazione da parte di Bruxelles» che pende su Mps dopo tre salvataggi in quattro anni, aggiunge il quotidiano.

Intervistato nel suo ufficio dello storico quartier generale della banca, a Siena, Profumo descrive gli ultimi due anni come «una rivoluzione». La Fondazione ha ridotto la sua partecipazione dal 40 al 2,5%, la banca ha tagliato del 20% i costi base, 8mila posti di lavoro e ha ristrutturato il management.

Profumo – si legge sul Ft - si aspetta che l'aumento di capitale porti ulteriori cambiamenti nella compagine azionaria, che ha già visto l'ingresso del messicano Fintech Advisory e del brasiliano Btg Pactual.

«La cosa migliore – afferma Profumo - sarebbe avere solo investitori a lungo termine, ma non credo che succederà oggi. Abbiamo bisogno di avere tutti i diversi tipi di investitori per essere sicuri che ci sia liquidità, poi dovremo lavorare come abbiamo fatto negli ultimi due anni per diventare più appetibili per gli investitori a lungo termine».

Nonostante lo scossone alla governance, la debole redditività di Monte dei Paschi rimane "un fardello", nota il Ft. Dopo otto trimestri di perdite, la banca conta di tornare all'utile quest'anno e prevede un reddito netto di 900 milioni di euro nel 2017, ma gli analisti sostengono che sono necessari altri tagli, forse perfino la vendita del suo quartier generale.

Profumo controbatte che il reddito e i costi «sono migliori di quelli che avevamo nel piano» e che il management «sta producendo risultati e continuerà a produrli».

L'aumento di capitale di Mps coincide con i preparativi per l'analisi di qualità degli asset delle banche e gli stress test. Nel 2010, Monte dei Paschi era risultata una delle banche europee a più debole capitalizzazione.

Profumo non si sbilancia sulle prospettive dei test, ammette che "i lavori sono in corso e molte cose non sono chiare". "Presumiamo di stare creando un cuscinetto che ci consenta di gestire il processo in maniera appropriata", dice. Tuttavia, sottolinea il valore dell'analisi di qualità. "Forse questo è un sogno di Alessandro Profumo, sono stato presidente della federazione bancaria europea, ho passato 15 anni a creare un gruppo europeo (Unicredit, ndr), per me avere un meccanismo di vigilanza unico è fondamentale".

Ripensando al suo periodo in Unicredit, gruppo da cui fu defenestrato nel 2010, Profumo dice che se dovesse riviverlo, farebbe molte cose diversamente. A suo parere, il settore bancario, le banche e i banchieri dovrebbero tutti domandarsi: "Potrei avere fatto qualcosa di diverso per rendere il 2007 meno doloroso per tutti?". "Bisogna imparare da quello che si è fatto", aggiunge.

Profumo dice di avere imparato a "essere un presidente, che è diverso dall'essere amministratore delegato". All'inizio della sua esperienza al Monte dei Paschi, "Nessuno avrebbe scommesso sul fatto che Mps sarebbe tornata sul mercato e che Profumo sarebbe stato capace di fare il presidente. Credo di avere vinto le due scommesse", afferma.

Tra le dispute che Profumo ha dovuto affrontare come presidente, scrive Rachel Sanderson, c'è la decisione dell'attuale management di contabilizzare l'impatto dei derivati ristrutturati usati dai vecchi manager per nascondere le perdite come strumenti repo a lungo termine (pronti contro termine, ndr). Profumo respinge le accuse di scarsa trasparenza: "Si discute se siano repo a lungo termine o Cds. E' scritto in bilancio in modo completamente trasparente come contabilizzeremmo in entrambi i casi. Abbiamo deciso su basi ben fondate di considerarli come repo a lungo termine per il nostro business plan". E ancora: "Abbiamo detto quale sarebbe l'impatto contabilizzandoli in un modo o nell'altro. E' una stupidaggine (insinuare che c'è un buco nei conti, ndr). Non hanno letto il bilancio".

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