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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 22:03.

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I clienti di Gazprom negli ultimi 14 mesi hanno rinegoziato circa un terzo dei contratti per il gas, strappando sconti tra il 10 e il 20% e alleggerendo le clausole "take-or-pay" (Top), che obbligano a pagare una quantità minima di combustibile, anche se non lo si ritira. A renderne conto è Cedigaz, associazione internazionale finanziata da un centinaio di aziende, che diffonde informazioni sul mercato del gas.
Il centro ha appena aggiornato il database dei contratti di lungo termine per le forniture europee via gasdotto, constatando che la spinta alla rinegoziazione che ha preso avvio nel 2010 «è proseguita con forza», con accordi che evidenziano «un continuo progresso verso una maggiore indicizzazione ai prezzi di mercato», piuttosto che all'andamento di prodotti petroliferi, come fino a pochi anni fa era la regola. La tendenza è dettata dal mercato: complice il calo della domanda e una maggiore liquidità del mercato, i prezzi spot del gas sono crollati in Europa, portandosi molto al di sotto di quelli delle forniture contrattuali. Bloomberg stima che tuttora il gap con i prezzi spot in Germania sia del 34%, il massimo da marzo 2009.
Non è comunque in corso una fuga dai contratti di lungo termine. Anzi. Negli ultimi 14 mesi ne sono stati sottoscritti di nuovi per 11,4 miliardi di metri cubi annui (quasi tutti per il gas azero di Shah Deniz 2), che portano il totale degli impegni a 449 miliardi mc.
Come caso di successo nei negoziati con Gazprom Cedigaz cita l'Eni, che ha ridotto sia il prezzo sia gli obblighi Top. Geoffroy Hureau, segretario generale di Cedigaz, sottolinea però che l'intesa non ha segnato l'abbandono dell'indicizzazione al petrolio, come molti analisti hanno dedotto dalle dichiarazioni di San Donato. «In realtà l'accordo è più sfumato», avverte Hureau, che riprende – e implicitamente conferma – indiscrezioni raccolte da Argus Media secondo cui la formula di prezzo concessa all'Eni «resta basata sul petrolio, ma include un corridoio di prezzo basato sul Ttf (Title Transfer Facility, il punto di scambio virutale in Olanda, Ndr)». «Si tratta di una soluzione astuta al dilemma di di Gazprom che vuole restare fedele all'indicizzazione al petrolio senza tuttavia perdere quote di mercato», conclude il segretario generale di Cedigaz.
Le fonti di Argus riferivano anche che Gazprom ha prorogato uno sconto di prezzo del 7% già concesso in passato agli italiani e ridotto da 19 a 16 miliardi di mc i volumi "take-or-pay" per quest'anno. Eni dovrà però recuperare i 3 miliardi di differenza nel 2015-17.
Twitter: @SissiBellomo
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