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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 13:57.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 14:03.

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«Solo il 5% degli assicurati rc auto paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro«. Lo sottolinea il presidente dell'Ivass, Ssalvatore Rossi, nella relazione annuale dell'autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Nel primo trimestre del 2014 «il prezzo effettivo medio e quello mediano sono scesi rispettivamente del 3,8 e del 3,4% rispetto al quarto trimestre 2013. Il prezzo - si legge nella relazione - sale in media di oltre 100 euro, se l'assicurato vive in una grande città«. Inoltre il prezzo scende con l'età e chi in passato ha avuto incidenti «può arrivare a pagare il triplo di chi non ne ha avuti«. Il prezzo, infine, sale anche con il grado di concentrazione del mercato, che varia da provincia a provincia.

Il problema dei prezzi alti delle polizze Rc Auto «si è attenuato ma non è ancora risolto» afferma il presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi nella Relazione annuale dell'Autorità di vigilanza nata 18 mesi fa dalle ceneri dell'Isvap. Rossi auspica «una nuova iniziativa legislativa» che torni ad affrontare il problema in tutti i suoi aspetti come l'anno scorso quando il provvedimento decadde per la crisi del Governo Letta. «Il punto centrale è ridurre l'asimmetria informativa» tra assicuratori e assicurati. In attesa di una nuova legge l'Ivass ha proseguito nei lavori tecnici in particolare con l'Archivio antifrode (Aia): cinque grandi banche dati sono interconnesse ed entro il 2015 l'archivio sarà pronto per fornire «un numero per ogni sinistro denunciato, che esprima la probabilità di frode».

Nel comparto sono diminuiti i sinistri, soprattutto per effetto della crisi, e nell'arco di pochi mesi grazie al decreto legge concorrenza del 2012 il livello medio dei punti di invalidità permanente liquidati è sceso del 20%. Bene anche il sistema del risarcimento diretto per calmierare i costi. «Dove c'è - nota Rossi - gli importi pagati sono aumentati solo del 9%, dove non c'è l'aumento è stato del 70 per cento».
Per risolvere il problema dei prezzi alti l'Ivass punta a intensificare il contrasto delle pratiche anticoncorrenziali e i dati della rilevazione campionaria dell'Autorità verranno messe a disposizione dell'Antitrust.

La nuova vigilanza
Le ispezioni Ivass sulle compagnie assicurative, incentrate oramai sul modello di quelle di Banca d'Italia, hanno riscontrato maggiori problemi sul fronte della governance che su quello della solvibilità. È quanto afferma il presidente Salvatore Rossi che ricorda come lo scorso anno sono state portate a termine 26 ispezioni (9 presso grandi compagnie) mentre 4 sono in corso. Metà hanno avuto giudizi non favorevoli

Focus sulle polizze legate ai mutui
Rossi ha fatto sapere che l'Ivass ha inviato una lettera di richiamo al mercato assicurativo sulle polizze legate ai mutui. Ci sono ancora carenze di trasparenza e correttezza su questa tipologia di polizze osserva l'Ivass. Nel corso della relazione il presidente dell'Authority ha fatto sapere dell'avvio dell'attività dell'Ivass, un anno e mezzo fa, "sono state portate a termine 26 ispezioni, di cui 9 presso grandi imprese, e altre 4 sono in corso". "Quelle concluse - ha sottolineato Rossi - hanno dato luogo in 13 casi a giudizi sintetici collocati nell'area non favorevole (punteggi da 4 a 6), anche se i problemi riscontrati attenevano prevalentemente a carenze non di solvibilità ma di governo aziendale".

Il mercato assicurativo e l'economia reale
Le compagnie assicurative devono avere un ruolo più attivo nel sostegno all'economia. È l'invito del presidente dell'Ivass, Salvatore Rossi, nelle considerazioni all'assemblea annuale dell'istituto di vigilanza. "Agli investitori istituzionali - ha detto Rossi - in particolare alle assicurazioni, si chiede ora da molte parti di giocare una partita più attiva" nel finanziamento dell'economia. "Al centro delle preoccupazioni - ha spiegato Rossi - c'è soprattutto quella molteplicità di Pmi che sarebbe in grado di sopravvivere alla crisi se solo ricevesse un flusso sufficiente di risorse finanziarie, risorse che le banche non sono a volte in grado di offrire perchè gravate dal peso dei crediti deteriorati pregressi".

Le assicurazioni sono disponibili a fare la loro parte «per diversificare le fonti di finanziamento delle imprese e le infrastrutture del Paese». Così il presidente dell'Ania Aldo Minucci interpellato a margine della relazione Ivass. C'è anche un interesse specifico del settore, visti i bassi tassi, a diversificare gli investimenti. Minucci avverte tuttavia: «Siamo assicuratori e non dobbiamo dimenticarlo, dobbiamo stare molto attenti ad assumere i rischi». Per il presidente dell'Ania la migliore modalità di intervento a favore dell'economia è quello attraverso «soggetti che abbiamo competenze specifiche sulla valutazione di merito di credito e rischi». Quindi investire attraverso dei fondi «che devono compartecipare al rischio».

Minucci ha poi sollevato alcune perplessità in merito a quanto previsto dal decreto finanza per la crescita che prevede per il credito alle imprese da parte delle assicurazioni di passare attraverso le banche: «Se un'impresa ha sviluppato all'interno la capacità di valutazione del merito creditizio non necessariamente ha bisogno di una banca». In generale, conclude Minucci, dobbiamo investire con equilibrio e sicurezza i quattrini degli assicurati».

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