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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2014 alle ore 08:30.
L'ultima modifica è del 01 luglio 2014 alle ore 08:32.
Le autorità americane, sorprese esse stesse dall'ampiezza delle violazioni, hanno deciso di fare di BNP un calo esemplare dello slogan adottato da Holder in risposta a chi lo accusava di essere troppo tenero con l'alta finanza: non ci sono banche "too big to jail", troppo grandi per non essere condannate. A nulla sono valse cosi' le pressioni del governo di Parigi su Barack Obama, che ha risposto di non volersi intromettere in inchieste giudiziarie.
Gli inquirenti hanno trovato con certezza 30 miliardi in violazione dell'embargo, 20 miliardi con il solo Sudan. Per la banca francese, la spinta a commettere i reati secondo le ricostruzioni americane veniva dall'alta posta in gioco in termini di profitti: il trade finance, l'attività di finanziamento all'interscambio, è antico punto di forza degli istituti transalpini, eredità dell'era coloniale, e generava ancora nel 2006 profitti annuali da 1,6 miliardi per BNP. Altre banche potrebbero aver usato trucchi per aggirare embarghi e norme di trasparenza al fine di gonfiare i loro bilanci. Il "Tour de Fraud", per le autorità americane, non è ancora finito.
Le grandi sanzioni contro le banche
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