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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2014 alle ore 19:21.
L'ultima modifica è del 02 luglio 2014 alle ore 19:34.

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Una politica monetaria accomodante può aumentare gli incentivi dei partecipanti ai mercati finanziari a cercare rendimenti (appetitosi) e assumere rischi eccessivi? Per Janet Yellen, numero uno della Federal Reserve, la risposta è che non spetta alla politica monetaria affrontare questo problema e quindi attualmente non c'è bisogno di alzare i tassi di interesse per affrontare i rischi alla stabilità finanziaria.

La Yellen ha risposto così in un discorso tenuto al Fondo monetario, proprio ad alcuni richiami che lo stesso Fmi aveva lanciato un mese fa a Washington quando aveva tagliato le stime di crescita degli Stati Uniti e aveva sottolineato i rischi alla stabiltà finanziaria di tassi vicini allo zero per un periodo troppo prolungato.
Un dibattito apparentemente teorico ma con risvolti molto pratici: l'aumento o meno dei tassi.

Così la risposta del presidente della Fed Janet Yellen, secondo cui «la leva dei tassi di interesse non può essere lo strumento prioritario per governare i rischi e gli eccessi nel settore finanziario», tranquillizza i mercati. Secondo la presidente della Fed - i rischi alla stabilità devono piuttosto essere affrontati con strumenti regolatori. Mentre l'obiettivo principale della politica monetaria - ribadisce - deve rimanere quello di «garantire la stabilità dei prezzi e il massimo dell'occupazione». La Fed a differenza della Bce ha anche il compito di favorire l'occupazione oltre a quello di mantenere la stabilità dei prezzi.
«La politica monetaria ha limiti significativi come strumento per promuovere la stabilità finanziaria», ha affermato Yellen, spiegando come «i suoi effetti sulle vulnerabilità del sistema finanziario non sono ancora ben compresi e sono meno diretti rispetto ad un approccio regolatorio e legato alla vigilanza».

Per Yellen, quindi, l'approccio "macroprudenziale" (definito come un mix di vigilanza, controllo dei livelli di capitale e di liquidità delle banche e creazione di riserve finanziarie contro i fallimenti) «deve giocare un ruolo primario» per risolvere i problemi del sistema finanziario.
Il governatore americano ha aggiunto che «il costo potenziale, in termini di performance macroeconomiche più contenute, è probabilmente troppo alto per dare ai rischi alla stabilità finanziaria un ruolo centrale nelle decisioni di politica monetaria, almeno nella maggioranza dei casi».

Così dicendo Yellen risponde alla tesi dell'ex membro della Fed, Jeremy Stein, ora tornato a insegnare ad Harvard e secondo cui la banca centrale dovrebbe attivamente pensare di usare la politica sui tassi per rispondere alla possibile formazione di bolle o altre tipologie di assunzione dei rischi. I tassi devono servire a controllare prezzi e favorire l'occupazione, alla vigilanza spetta controllare che non si formino le bolle.

La posizione della Lagarde
Quando la crisi finanziaria ha scosso il mondo come «un terremoto» le banche centrali sono «improvvisamente diventate come uno spor eccitante» catalizzando l'audience globale, «anche se forse non proprio come la squdra del Brasile al campionato del Mondo». Così, con una battuta, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha tenuto a sottolineare il ruolo cruciale assunto delle banche centrali introducendo la lecture del presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, che inaugura la serie annuale che il Fondo ha dedicato allo storico direttore Michael Camdessus.
«Janet - ha proseguito Lagarde - rimarrai sorpresa nel sapere che al Fondo hai un gruppo di appassionati che si raduna per guardarti live sul video quando parli e mi dicono che a queste riunioni vengono portati anche popcorn. E ciò per indicare il livello di attenzione oggi, sicuramente non solo all'Fmi. Le politiche monetarie e il sistema della banche centrali sono diventate la prima linea nel quadro nelle politiche per il ruolo che hanno giocato nel combattere la crisi e per riportarci alla stabilità, nonché per il ruolo che continuano a giocare. Bisogna accettare il fatto che non si tornerà più al mondo precedente la crisi - ha avvertito la Lagarde - il nuovo normale sarà differente».

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