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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2014 alle ore 21:57.

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A tre anni dal più clamoroso rally nella storia del petrolio – che condusse i prezzi a un record di oltre 147 dollari al barile, prima dello schianto sotto quota 50 $ – la Commodity Futures Trading Commission (Cftc) spara finalmente una cartuccia contro le schiere di speculatori accusati a furor di popolo di aver manipolato il mercato. L'organismo di vigilanza ha accusato due noti trader, dipendenti di società che fanno capo al miliardario norvegese John Fredriksen, di aver messo in pratica un complesso schema speculativo tra gennaio e aprile 2008, generando distorisioni nel prezzo del Wti e generando profitti illeciti per almeno 50 milioni di dollari.

I soggetti coinvolti sono James Dyer della Parnon Energy – società dell'Oklahoma che possiede stoccaggi per almeno 3 milioni di barili a Cushing, il punto di consegna del Wti – e Nick Wildgoose di Arcadia Petroleum, importante casa di trading che opera da Londra e da Morges, in Svizzera, movimentando circa 800mila barili al giorno di greggio e prodotti raffinati. Entrambe le società sono controllate da Fredriksen, un personaggio molto noto nel mondo delle materie prime: norvegese con passaporto cipriota, Fredriksen – soprannominato Big John e Big Wolf, grande lupo – ha accumulato una fortuna personale di circa 11 miliardi di $ come armatore. La sua Frontline è il maggiore operatore privato nel trasporto marittimo di petrolio. Possiede inoltre la Seadrill (piattaforme petrolifere), attività nel gas naturale liquefatto e nell'allevamento di salmoni.

Le accuse della Cftc – che martedì ha depositato una causa civile alla Corte distrettuale di New York per ottenere il pagamento di sanzioni stimate intorno a 200 milioni di dollari – hanno colto di sorpresa il magnate. «Non ne ero al corrente. Tutti quelli che comprano e vendono petrolio lavorano in quel modo. È una cosa del tutto normale». L'azione legale? «Spazzatura».

Anche Arcadia e Parnon, attraverso comunicato congiunto, negano ogni addebito e promettono battaglia in tribunale: condotta insolita, poiché in genere le accuse di questo tipo vengono sanate in via extragiudiziale, col pagamento di un'ammenda, senza bisogno di ammettere alcunché. Inoltre Arcadia, che opera dall'Europa, potrebbe non essere nemmeno perseguibile dai giudici americani. «La nostra attività in quel periodo è stata corretta e rispettosa della legge», affermano le società. «La Cftc si sbaglia e siamo ansiosi di dimostrarlo in tribunale».

Secondo la ricostruzione dell'organismo di vigilanza, lo schema ideato da Dyer e Wildgoose si fondava sul creare un'illusione di scarsità sul mercato petrolifero. Parnon e Arcadia accumulavano moltissimo greggio, «senza averne necessità commerciali»: 4,6 milioni di barili a metà gennaio 2008, pari a due terzi del petrolio consegnabile alla scadenza del future di febbraio sul Wti, e 6,3 milioni in marzo, addirittura l'84% del greggio consegnabile per aprile. Le società nel frattempo agivano sui mercati finanziari, attraverso i "time spread", derivati che consentono di scommettere sulla differenza di prezzo tra il Wti a pronti e quello per il mese successivo. Una volta che il prezzo del Wti si era artificialmente gonfiato (la Cftc calcola che l'effetto fosse di circa 1 $/barile in più), il petrolio veniva consegnato a sorpresa a Cushing all'ultimo momento. Dyer e Wildgoose, grazie ad accorte posizioni short (ossia alla vendita) riuscivano ad approfittare anche del successivo ribasso dei prezzi.

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