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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 14:44.

Il peggioramento delle prospettive economiche dell'Italia avra' un impatto limitato sulla gestione del debito pubblico mentre sul mercato secondario potrebbe determinare una maggiore volatilita' nei mesi a venire. E' questa la valutazione degli operatori interpellati da Radiocor dopo il dato sul Pil nel secondo trimestre dell'anno che ha confermato, per l'Italia, l'ingresso in una nuova recessione tecnica.
Gia' oggi, sul mercato secondario, si sono potuti apprezzare i primi effetti legati ai dubbi che i mercati nutrono circa la ripresa in Italia: lo spread contro il Bund tedesco e' salito e lo scarto contro la Spagna (Paese che ha invece ha recentemente rivisto al rialzo le sue stime di crescita) e' aumentato. Nei prossimi mesi, dicono i trader, questa tendenza alla 'sotto-performance' dell'Italia rispetto alla Spagna potrebbe consolidarsi e anche lo spread contro Germania potrebbe salire leggermente. Oscillazioni molto ampie, tuttavia, sembrano al momento improbabili anche perche' i BTp italiani possono contare sulla rete di protezione che la Bce iniziera' a stendere concretamente sul mercato dal prossimo settembre.
D'altro canto, aggiungono gli operatori, l'Italia ha raggiunto livelli di spread che non sembrano essere ulteriormente comprimibili alla luce della attuale situazione economica: "Notizie negative sulla crescita economica - dice un operatore - possono offrire l'opportunita' a molti investitori di incassare i guadagni accumulati con il rally dei mesi scorsi per attendere che si schiarisca l'orizzonte della crescita economica". C'e' anche da aggiunge che, con la parziale eccezione della Spagna,l'Italia non sembra muoversi in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei. La crescita stenta in quasi tutta l'Eurozona e anche la Germania non sembra immune dai rischi di un nuovo rallentamento del ciclo economico (come dimostrano il dato sugli ordinativi di oggi e anche l'ultimo Ifo). Per questo oggi i bond di tutti i Paesi periferici dell'Eurozona salgono mentre i titoli di Stato tedeschi, francesi, olandesi e altri Paesi della cosiddetta Core Europe guadagnano terreno. Se e' questo lo scenario sul mercato secondario, quello della gestione del debito pubblico nei mesi a venire appare ancora piu' rassicurante.
Con oltre il 70% del programma di emissioni per il 2014 gia' completato, sul versante del costo della raccolta i giochi sono ormai fatti. E, per il Tesoro, si tratta di un risultato molto positivo. Nei primi sei mesi di quest'anno, infatti, il costo medio alla raccolta in asta e' stato dell'1,58%: un valore che probabilmente e' sceso ancora leggermente dopo i nuovi record messi a segno a luglio. Si tratta per il Tesoro di un risparmio notevole quantificabile in circa mezzo punto percentuale in meno rispetto al costo medio all'emissione del 2013, che fu pari al 2,08 per cento. Anche dovendo immaginare una risalita dei tassi, che appare comunque difficile alla luce delle misure che la Bce mettera' in campo dal prossimo settembre, le conseguenze per il costo della raccolta sul 2014 sono destinate a rimanere marginali.
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