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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2014 alle ore 07:11.

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Alla vigilia del debutto sono ancora molte le incertezze che circondano il London Silver Price, il nuovo benchmark dell'argento che da domani prenderà il posto del fixing. Un'incognita in particolare è clamorosa: nessuno sa esattamente quali – e quanti – soggetti prenderanno parte all'asta elettronica destinata a sostituire la riunione quotidiana tra banche che da 117 anni fornisce il principale riferimento di prezzo a un mercato da 1.600 miliardi di dollari.

Il fixing di oggi, frutto di una conference call tra Deutsche Bank, Hsbc e Scotiabank, resterà nella storia come l'ultimo benchmark vecchia maniera. Ma finora nessuna delle tre banche ha fatto sapere se parteciperà al nuovo processo. Eppure tutte e tre restano ufficialmente market makers sul mercato londinese dei metalli preziosi, compresa Deutsche, che con la decisione di lasciare il fixing ne ha di fatto decretato la morte.
Silenzio anche dagli altri otto market makers, quasi tutte banche, che come soci della London Bullion Market Association (Lbma) si impegnano a "fare prezzo" durante gli scambi di oro, argento e platinoidi nella City. Fin dall'inizio si era ipotizzato che fossero proprio loro, almeno in fase iniziale, a fornire liquidità al nuovo sistema affidato a Cme Group e Thomson Reuters, anche se in futuro si auspica il coinvolgimento di altri soggetti, comprese minerarie e raffinatori.

Le banche – almeno qualcuna – dovrebbero esserci fin dal primo appuntamento, se non altro per non abbassare la qualità del servizio ai clienti. Ma con il passare del tempo il loro silenzio si sta facendo assordante e l'ipotesi di una diserzione di massa, benché improbabile, comincia a preoccupare. L'improvvisa assenza di un benchmark avrebbe ricadute pesanti sul mercato, in particolare per gli Exchange Traded Products (Etp), prodotti finanziari molto diffusi anche tra i piccoli risparmiatori, che resterebbero privi di un sottostante. L'eventualità è stata prevista dai maggiori emittenti ed elencata tra i rischi nel nuovo prospetto, modificato per accogliere il cambiamento di sottostante, dal fixing al London Silver Price. «Ci si aspetta che il London Silver Price sia operativo e pubblicato dal 15 agosto – scrive Etf Securities – Tuttavia non è possibile garantirlo». Se la partenza fosse un fiasco, la società avverte che potrebbe essere costretta a sospendere il calcolo del Nav e addirittura gli scambi dell'Etfs Physical Silver Etf.

Altri dubbi vengono sollevati da un veterano dei metalli preziosi, Ross Norman, ceo di Sharps Pixley. Sul funzionamento del nuovo sistema, scrive Norman, «i partecipanti al mercato non hanno indizi» e in particolare «rimane un mistero chi prenderà gli ordini». Ci sono in effetti diverse questioni tecniche ancora in sospeso. A grandi linee si sa che al benchmark si giungerà con un meccanismo di asta simile a quello del fixing, ma su piattaforma elettronica e visibile a chiunque su un terminale Reuters. Sarà un algoritmo (e non più un essere umano) a fornire la base d'asta su cui far convergere gli ordini di acquisto e di vendita, per tentativi successivi, finché non arriveranno ad abbinarsi, con una tolleranza – a quanto si sa – di 300mila once. Una volta "fissato" il prezzo, tutti gli ordini dovranno essere eseguiti. «Se c'è una tolleranza di 300mila once – si chiede Norman – che succede ai volumi residui? E tra i nuovi partecipanti al mercato ci sono accordi bilaterali di credito per eseguire gli ordini?».

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