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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 06:39.

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All'assemblea per l'approvazione del bilancio e la nomina del nuovo consiglio tenuto lo scorso aprile era intervenuto il 56,04% del capitale sociale di Telecom Italia, record storico per affluenza. A quella precedente, invocata da Marco Fossati per la revoca del cda, era stato depositato il 54% delle azioni del gruppo tlc. In entrambe le occasioni il mercato era presente con oltre il 30% del capitale, era, in sostanza, vera e propria maggioranza. Uno statuts che, nella delicata partita che Telecom sta giocando per il proprio riassetto e il rafforzamento in Brasile, può avere un peso determinante. Basandosi infatti solo sui dati più recenti, questi numeri chiariscono come, se l'offerta di Telecom per Gvt dovesse arrivare al vaglio dell'assemblea della compagnia per la materia dedicata all'aumento di capitale riservato a Vivendi, per ottenere il via libera degli azionisti il piano necessiterebbe del voto favorevole del 37% del capitale della società. Una soglia assai rotonda.
Ora, posto che con ogni probabilità si arriverà all'assise con Telco ancora in vita e considerato che Telefonica, per evidente conflitto d'interesse, non potrà avere voce in capitolo, si può ipotizzare che un 22,4% di Telecom sia già schierato per il sì. All'appello, tuttavia, mancherebbe un altro 15% della società. Qualcuno prova a spiegare che questo è di fatto un «non problema». Telecom sta perseguendo l'opzione strategica migliore per il proprio futuro e per questo l'appoggio di Piazza Affari dovrebbe essere di fatto scontato. Non sempre, però, le dinamiche di mercato sono totalmente lineari. Ecco perché tra le caratteristiche chiave del piano che il gruppo sta mettendo a punto con l'aiuto degli advisor Mediobanca e Citi si immagina ci possa essere quella di una notevole vicinanza alle attese del mercato, soprattutto con riferimento ai potenziali effetti diluitivi legati all'aumento di capitale riservato all'ingresso di Vivendi. In ragione proprio di questo, individuare fin da ora i soggetti che potrebbero comporre quel 15% di Telecom potrebbe rivelarsi un esercizio utile. Un primo 5%, secondo alcune fonti, potrebbe arrivare dalla Findim di Marco Fossati. L'imprenditore ha sempre osteggiato la presenza del socio Telefonica mentre ha sempre caldeggiato un'espansione in Brasile. Da capire, poi, il ruolo che potrebbe giocare BlackRock che al marzo scorso risultava detenere poco meno del 5% di Telecom. Recentemente, poi People's Bank of China è entrata con poco più del 2%. E Assogestioni? Ancora una volta il suo ruolo potrebbe essere determinante. L.G.
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