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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2014 alle ore 19:39.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 07:16.

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Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, e l'amministratore delegato del gruppo Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, si sono incontrati martedì nella sede della Ferrari di Maranello. Non sono ancora trapelate informazioni su un eventuale accordo di uscita del manager, che guida da 23 anni la casa del Cavallino rampante, ma potrebbero esserci sviluppi già in serata o nella giornata di domani. Per giovedì 11 è già in calendario un consiglio di amministrazione di Ferrari e potrebbe essere quella l'occasione per ufficializzare il cambio al vertice.

La riorganizzazione dell'organigramma
Intanto il gruppo guarda avanti. Secondo quanto riportato dall'agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore, infatti, si sarebbe tenuta sempre oggi presso l'azienda di Maranello anche una riunione a livello dirigenziale allo scopo di ridisegnare l'organigramma futuro dell'azienda in vista.

La reazione della Borsa
Il mercato, intanto, oggi ha scommesso sul titolo in vista di una futura valorizzazione di Ferrari e ha premiato le azioni Fiat con un rialzo dell'1,65% a 7,695 euro per azione. Positivi anche i giudizi degli analisti che stanno riconoscendo al titolo il giudizio "outperform", come Mediobanca, o "buy", come Banca Imi, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Equita Sim. Secondo i calcoli di Credit Suisse l'enterprise value (vale a dire la capitalizzazione più il debito) dell'insieme di ferrari e di Maserati è di circa 7,964 miliardi di euro a fronte di stime che riconoscono per i due brand premium del gruppo Fiat ricavi 2015 a 5,645 miliardi e un margine operativo (Ebit) di 790 milioni.

I dati economici
Nell'esercizio 2013 solo Ferrari ha registrato ricavi per 2,3 miliardi con 7mila auto vendute e un utile di 370 milioni di euro. Un trend positivo confermato anche nella prima metà dell'anno in corso con un fatturato da 1,35 miliardi e un margine operativo da 185 milioni, il migliore della storia della casa automobilistica.

Gli accordi aziendali
Se Luca Montezemolo uscirà dopo 23 anni dalla Ferrari potrà incassare una ricca liquidazione a sette zeri ma sarà erogata nell'arco dei prossimi venti anni, in ogni caso superiore ai 50 milioni di euro. L'indennità di fine mandato del presidente della Ferrari è regolata come quella dell'ad Fiat Sergio Marchionne. In base ai criteri definiti dal cda della Fiat la liquidazione di Montezemolo dovrebbe essere di quasi 14 milioni di euro. Nel 2004 infatti il consiglio di amministrazione del Lingotto ha attribuito all'amministratore delegato e al presidente della Ferrari «un programma di fidelizzazione» il cui valore matura per intero nell'arco di un periodo di dieci anni. Dunque in caso di uscita quest'anno, Montezemolo avrebbe maturato interamente l'indennita di fine mandato. La relazione sulla remunerazione degli amministratori Fiat indica che l'indennità di fine mandato «sarà dovuta in un arco temporale di 20 anni in un ammontare che, decorsi i 10 anni, non può essere superiore a cinque volte la componente fissa della remunerazione». La parte fissa dei compensi di Montezemolo come presidente Ferrari è pari a 2,74 milioni di euro. Quindi l'indennità di fine mandato ammonterebbe a 13,7 milioni di euro da corrispondere in 20 anni.

La Fiat è tra le pochissime società quotate in Borsa che nella relazione sui compensi dei manager indica anche criteri e modalità per il calcolo della liquidazione dei capi azienda. Tuttavia il cda può assegnare agli amministratori esecutivi indennità monetarie nei casi di risoluzione del rapporto di lavoro e cessazione dalla carica. Dalla lettura dei bilanci Fiat non emergono indicazioni sull'indennità di fine mandato tra il 1991 e il 2003 (solo dal 2006 le società quotate hanno iniziato a pubblicare i compensi ai manager in base al codice di autodisciplina mentre dal 2010 è scattato l'obbligo). Oltre all'indennità di fine mandato Montezemolo, sulla base del bilancio Fiat, è titolare di un pacchetto di 127 mila azioni Fiat a fine 2013 (provenienti da piani di stock option) che alle quotazioni attuali vale quasi un milione di euro. Per quanto riguarda i compensi, Montezemolo nell'ultimo triennio ha incassato circa 5,5 milioni di euro l'anno come presidente Ferrari. L'anno d'oro è stato il 2010 con compensi totali di quasi 9 milioni di euro di cui un milione come compenso straordinario «una tantum» per l'opera prestata come presidente Fiat nel periodo tra il 2004 e il 2010.

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