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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 17:36.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 17:36.

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"Sono scelte strategiche che spettano al consiglio di amministrazione". Sergio Marchionne, ceo di Fiat, prova a chiudere cosi il tormentone su una possibile Ipo di Ferrari. Ma la frase e' troppo sibillina per non richiedere un supplemento di informazioni e allora il manager chiarisce: "Al momento non c'e' alcun piano sulla scrivania".

Il progetto, dunque, allo stato "non c'e'". Complice il fatto, forse, che c'e' prima un altro traguardo da tagliare: quello della quotazione di Fca a Wall Street. Un passaggio "epocale", come l'ha definito lo stesso Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Rossa fino al prossimo 13 ottobre. Un passaggio, peraltro, che trarra' certamente vantaggio dall'avere Ferrari tra gli asset chiave della casa automobilistica multi brand. In ragione anche di cio', tutte le scelte strategiche che coinvolgeranno il Cavallino dovranno nascere in seno "al cda". Compresa quella di un polo del lusso con annessa Alfa Romeo.

Un'ipotesi che Marchionne ha commentato cosi: "Aspetterei prima di aggregare l'Alfa". Il brand d'altra parte e' tutto da rilanciare e, in ogni caso, c'e' un principio da preservare: "La Ferrari e' la Ferrari, deve restare unica". Come a dire che se mai ci sara' scambio di tecnologie questo potra' essere esclusivamente unidirezionale, ossia con la Rossa che fornisce "i contenuti" a Maserati, come gia' avviene, e chissa' forse un giorno ad Alfa, e non viceversa. Perche' Ferrari dovra' "sempre stare lontana dal concetto di mass market".

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