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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 11:58.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 12:01.

(Reuters)(Reuters)

«Global Resorts prende atto dell'annuncio di una nuova offerta presentata da Fosun quale socio di maggioranza per il Club Med e, conformemente alle regole dell'organo di vigilanza preposto, studierà con estrema attenzione tutte le proprie opzioni negli interessi della società e degli azionisti». Ieri, la società appositamente costituita dall'imprenditore italiano Andrea Bonomi per andare alla conquista del Club Méditerranée non ha ufficialmente detto nulla più di questo breve comunicato a proposito della battaglia in corso con i cinesi sullo storico gruppo francese dei villaggi all inclusive. E neppure ufficiosamente. L'entourage di Bonomi si limita a spiegare che verrà utilizzato tutto il tempo necessario per prendere una decisione. Se cioè rilanciare o gettare la spugna, incassando la plusvalenza latente.

Il tempo d'altronde non manca. Global Resorts deve annunciare la propria decisione entro il 13 novembre. Anche se è probabile che lo farà prima. Il mercato, dal canto suo, scommette su un rilancio. Il titolo, riammesso alle contrattazioni dopo la sospensione di venerdì scorso, ha chiuso in rialzo del 5,3% a 22,4 euro. Un valore superiore ai 22 euro dell'offerta presentata dal conglomerato cinese Fosun con l'appoggio del management del Club Med. Il cui consiglio, che si è riunito ieri pomeriggio, si è espresso «a favore dell'offerta di Fosun, che coniuga un aumento di valore per gli azionisti e la volontà di proseguire e rafforzare, con investimenti supplementari, l'attuale strategia della società». Seppure la valutazione finale sarà espressa solo dopo il rapporto degli esperti indipendenti. Certo Bonomi non è noto per abbandonare un'operazione nella quale crede. Tanto più che l'obiettivo della contro Opa lanciata dall'imprenditore italiano non è finanziario bensì industriale.

Anche se l'aspetto finanziario non può essere ignorato. E al riguardo i margini di manovra non sembrano enormi. Lo stesso consulente indipendente al quale il consiglio del Club aveva affidato lo scorso 3 luglio l'incarico di fornire una valutazione dell'offerta di Global Resorts, Associés en Finance, ha stimato il corretto valore della società all'interno della forchetta 17,8-25 euro. Quindi siamo già nella parte alta di questa valutazione. Per un gruppo che ha chiuso l'esercizio 2012-2013 in perdita per 9 milioni (sia pure con qualche posta straordinaria) dopo appena due anni di ritorno all'utile. Che dal 2006 ha accumulato perdite per circa 70 milioni. Il cui margine operativo è sceso l'anno scorso dal 4,3% al 3,9 per cento. E che ha chiuso l'ultimo trimestre con ricavi in calo del 4% e prenotazioni estive in calo del 5,4 per cento.

Per rilanciare bisogna mettere sul piatto almeno altri 75 milioni. Ma il problema non è questo. È appunto quello di rimanere all'interno di una corretta valorizzazione del gruppo, tenendo conto che difficilmente i cinesi di Fosun (ai quali non mancano le risorse e hanno messo in piedi un'offerta che dimostra chiaramente la loro determinazione) si faranno da parte. E senza dimenticare che il management - guidato dal presidente Henri Giscard d'Estaing, il quale ha avuto ufficiale garanzia di rimanere al vertice del Club – partecipa direttamente all'Opa dei cinesi, che sostengono a spada tratta la strategia messa in atto in questi anni. Sulla quale Bonomi è invece apertamente critico. Lo scontro rimane insomma aperto, anche se per ora il vantaggio sembra essere dalla parte di Fosun.

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