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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 12:23.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2014 alle ore 16:04.

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(Afp)(Afp)

È scattata l'Ltro alla cinese, una iniezione supplementare e straordinaria di liquidità per sostenere l'economia in frenata del Dragone. La Banca centrale cinese, sulle orme di Francoforte, inietterà 500 miliardi di yuan (81 miliardi di dollari) in cinque grandi banche nel giro di 90 giorni per ridare slancio alla sua economia in affanno.
La notizia è stata diffusa dai media locali. Si tratterebbe della prima di una nuova serie di misure di stimolo monetario con lo scopo di frenare il rallentamento della seconda economia mondiale, dietro in classifica per dimensioni solo a quella americana.

La Bank of China si starebbe dunque allineando alle posizioni della Bce di Mario Draghi e del suo Tltro, sebbene per cifre per ora molto inferiori, almeno per ora.
Secondo l'ultimo Outlook dell'Ocse la Cina dovrebbe crescere del 7,4% nel 2014 e 7,3% nel 2015, meno dunque del 7,5% programmato dalla autorità cinesi. Sembra poco ma per il gigante asiatico un decimale può fare la differenza tra atterraggio morbido o atterraggio duro.

Secondo Rintaro Tamaki, attuale capo economista ad interim dell'Ocse, nel mondo ci sono paesi che stanno affrontando prospettive di crescita divergenti, con esigenze politiche e macroeconomiche sempre più diversificate. «L'area dell'euro ha bisogno di più vigoroso stimolo monetario (leggi Qe con acquisto di bond governativi o privati, ndr) mentre gli Stati Uniti e il Regno Unito sono giustamente alla fine del loro allentamento monetario non convenzionale. Il Giappone ha invece ancora bisogno di allentamento quantitativo per garantire una lotta contro la deflazione, ma deve fare ulteriori progressi sul consolidamento fiscale rispetto a molti altri paesi». Ora ai paesi che necessitano di politiche monetarie accomodanti aggressive e magari non convenzionali come il Qe si aggiunge la Cina.

Secondo gli analisti Pechino vuole «ricostruire la fiducia e stabilizzare la nuova crescita» . Nel dettaglio, ICBC, Bank of China, China Construction Bank, Agricultural Bank of China e Bank of Communications riceveranno ciascuno 100 miliardi di yuan nel giro di tre mesi, pari a 81 miliardi di dollari di iniezione di liquidità.
La produzione industriale della Cina nel mese di agosto ha segnato un forte rallentamento, il suo tasso di crescita più basso da 5 anni, e le importazioni sono diminuite. Un insieme di fattori che mette in pericolo l'obiettivo della crescita economica annuale del 7,5% del Pil.
Pechino sta anche cercando di diventare sempre meno un export oriented economy in favore di un'economia come quella americana trainata anche da investimenti e consumi interni.

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