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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2014 alle ore 18:05.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 07:12.

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Dal nostro corrispondente a New York - Dopo un quarto di secolo, un'azienda giapponese torna all'assalto di Hollywood. SoftBank, il colosso giapponese delle telecomunicazioni, dopo aver conquistato Sprint nella telefonia mobile sta trattando l'acquisizione di DreamWorks Animation, la casa cinematografica specializzata in film d'animazione guidata da Jeffrey Katzemberg nota per le serie di How to Train Your Dragon, Madagascar e Shrek.

Il valore dell'operazione, riportata dal Wall Street Journal, potrebbe superare i due miliardi di dollari. E anche qualora il merger dovesse fallire, DreamWorks, che e' quotata in Borsa, appare ufficialmente in gioco e potrebbe scrivere uno dei prossimi capitoli del boom delle fusioni e acquisizioni in corso negli Stati Uniti. Per SoftBank si tratta di una scommessa sulla convergenza dei media, tra piattaforme di distribuzione e produzione di contenuto. Ma si tratta di un'avventura ambiziosa: e' il primo grande gruppo nipponico a tentare nuovamente uno sbarco nel cinema americano dopo le acquisizioni lanciate in massa da societa' di elettronica di Tokio oltre vent'anni or sono e in gran parte finite male a causa di scontri culturali e manageriali.

Il chief executive di SoftBank, Masayoshi Son, aveva inizialmente cercato di rafforzare il suo impero americano con una seconda acquisizione nelle Tlc, ipotizzando un'offerta per T-Mobile US, controllata in vendita di Deutsche Telekom. Ma aveva deciso di rinunciare a perseguire l'operazione a causa delle resistenza incontrate tra i regulator e i legislatori a Washington. Le autorita' americane sono parse intente a preservare l'esistenza di almeno quattro societa' di telefonia mobile, Verizon, AT&T, Sprint e T-Mobile US. Avrebbero quindi bocciato per ragioni antitrust una fusione tra Sprint, che SoftBank ha gia' rilevato per 21,6 miliardi di dollari, e T-Mobile.

Masayochi Son ha cosi' cambiato obiettivo e strategia di espansione: con DreamWorks intende lanciare il guanto di sfida ai leader del settore, da AT&T a Verizon ma non solo, creando un colosso diversificato, in grado di avere vasti asset nel contenuto originale. Lo Studios hollywoodiano si unirebbe ad altre attivita' rilevate in anni recenti da SoftBank nel contenuto, in particolare nel comparto dei videogiochi. Le grandi imprese giapponesi sono oggi incoraggiate dallo stesso governo a cercare espansione internazionale, parte di uno sforzo di scuotere il Paese da decenni di stagnazione e malessere economico. E Softbank oggi ha a disposizione 5 miliardi di dollari ricavati dalla quotazione di Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce recentemente sbarcato a Wall Street.

Per DreamWorks potrebbe essere un deal difficile da rifiutare: nonostante successi di alto profilo, la societa' indipendente, nata dallo scoproro e dalla quotazione in Borsa di una costola della Dreamworks SkG di Steven Spielberg nel 2004, e' sotto pressione in un settore dominato da giganti multimediali. I film sono un business volatile per definizione e il titolo della casa ha sofferto brusche oscillazioni e declini a causa dei lungometraggi sfortunati. Kaztenberg ha cercato di rassicurare gli investitori promettendo una diversificazione nelle tv e nei videogiochi alla ricerca di maggior stabilita' nelle entrate e nei profitti. Una fusione con SoftBank rappresenterebbe la diversificazione per eccellenza.

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