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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 07:42.

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Gli esperti ce l'hanno ripetuto spesso: l'Italia può fare a meno del gas russo, sia pure non all'infinito, purché non si interrompano altri canali di rifornimento. È per questo motivo che gli operatori guardano con trepidazione ai flussi di gas dal Nord Africa, che da qualche giorno non appaiono rassicuranti. A preoccupare è soprattutto la Libia, che da venerdì ci ha inviato pochissimo gas, addirittura nulla sabato: a fronte di richieste di importazione tra 15 e 23 milioni di metri cubi, i dati Snam Rete Gas mostrano che ne sono arrivati solo 2,7 milioni venerdì, zero sabato e 4 domenica.

Fonti industriali avevano ufficiosamente spiegato che c'era stato «un guasto imprevisto ma di modesta entità» a Mellitah, il terminale che raccoglie il gas libico per inviarlo in Sicilia attraverso il gasdotto Greenstream. L'impianto (partecipato, come la pipeline, dall'Eni) è stato riparato sostengono le stesse fonti. Ma i flussi di gas, che lunedì erano risaliti a 17,5 Mmc, riallineandosi alle richieste, sono poi crollati di nuovo a 3,6 milioni di mc: un'oscillazione così ampia, secondo altri esperti consultati dal Sole 24 Ore, lascia pensare alla necessità di ulteriori manutenzioni sul compressore, attrezzatura che comprime per l'appunto il gas, in modo da inviarne maggiori quantità nel gasdotto.

Anche dall'Algeria, intanto, arriva poco gas: intorno a 5 milioni di metri cubi, contro una media (già bassa) di circa 17 milioni in settembre. Ma in questo caso sono gli stessi shipper italiani a chiederne quantità ridotte.

twitter.com/SissiBellomo

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