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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 15:39.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 17:23.

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Ennio Doris, fondatore di Mediolanum, spera che la quota del 20% circa che Fininvest e' costretta a vendere entro 30 mesi rimanga alla famiglia Berlusconi. L'imprenditore e' comunque pronto a rilevare parte delle azioni che Fininvest dovra' vendere, rimanendo comunque sotto il 50% del capitale. «Bisogna attendere la decisione che Fininvest prendera' nel prossimo cda. Intanto la soluzione del trust mi pare giusta.

Ad ogni modo spero che la quota che dovra' alienare Fininvest rimanga alla famiglia Berlusconi», cosi' ha commentato Ennio Doris a Radiocor. «Se Fininvest dovesse vendere azioni sul mercato - ha aggiunto - si creerebbe una fila di gente e in fila ci sarei anche io, nonostante ulteriori azioni non mi servano per gestire la societa', avendo il 40% delle azioni». L'imprenditore potrebbe spingersi poco sotto il 50%. «Ho incaricato i miei legali di studiare bene quanto potrei acquistare senza far scattare l'opa, anche se gia' detengo il controllo. Non vorrei causare il delisting visto che la quotazione e' positiva per un gruppo bancario. Se potro' mi spingero' poco sotto il 50%». L'imprenditore e' pronto a comprare azioni, nel caso in cui Fininvest decidesse di vendere, «ma senza causare l'opa e il conseguente delisting». Doris ha sottolineato che non comprerebbe per rafforzare il controllo. «Avendo gia' il 40% delle azioni non mi servirebbe, comprerei per affetto», tenendosi comunque al di sotto del 50%. Secondo quanto prevede la normativa sull'opa incrementale, Doris potrebbe comprare non piu' del 5% nell'arco di 12 mesi. Doris ha comunque ripetuto piu' volte che la soluzione migliore sarebbe che la quota del 20% rimanesse alla famiglia Berlusconi. «Sarei felice e sarebbe la soluzione che mi piacerebbe di piu', vista la lunga partnership che mi lega a Berlusconi.

Sarebbe bello e mi spiace invece che Fininvest debba ridurre la propria partecipazione. Esprimo solidarieta'». Doris ha ricordato che grazie a Berlusconi «nell'82 e' nata Mediolanum. Devo molto a Silvio Berlusconi - ha spiegato - non solamente perche' ha creduto nel progetto, ma perche' e' stato per me un maestro». Doris ha infatti spiegato che «quando creai Mediolanum avevo solamente esperienze di vendita e non imprenditoriali. Avere una guida come Silvio Berlusconi, il numero uno tra gli imprenditori, e' stato importante. Per ogni dubbio ricorrevo a lui che mi dava illuminazioni e sottolineo illuminazioni: non solamente risolveva i problemi del momento, ma mi dava linee guida preziose anche per le sfide future. Senza di lui non so come sarebbe andata». Per quanto riguarda lo scioglimento del patto, Doris ha tagliato corto: «non cambia niente. Fininvest aveva una funzione di controllo non di gestione e la famiglia Doris ha gia' il 40% e dunque gestisce gia' l'azienda». Per Doris, invece, la reazione del titolo era da mettere in conto. «Il mercato ha subito pensato che stiano per arrivare sul mercato azioni pari al 20% del capitale e quindi ha venduto. Ma non appena sara' fatta chiarezza il titolo recuperera'». (Radiocor)

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