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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2014 alle ore 10:39.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2014 alle ore 11:02.

Quotazioni e concorrenza hanno influito sulla diminuzione dei Compro oro. Ormai, si tratta di settore ripiegato su se stesso. All'inizio del 2013 erano circa 35mila, incluse le gioiellerie, oggi sono circa 20mila, su tutto il territorio». Lo dice a Labitalia Nunzio Ragno, presidente dell'Antico (Associazione nazionale tutela il comparto dell'oro), in occasione del convegno `Evoluzioni sul commercio dell'oro e degli oggetti preziosi´che si è svolto al Polo orafo del Tarì di Marcianise (Caserta).
La diminuzione è dovuta principalmente all'abbassamento delle quotazioni del metallo puro, quotato al fixing di Londra, il cui prezzo, da marzo 2013 ad oggi, è calato di circa 14 euro per grammo. Circa il 30% in meno del valore in un anno. «Un altro fattore che ha contribuito alla flessione dei compro oro - continua Ragno - è la troppa concorrenza e il fatto che gli oggetti di proprietà delle persone meno abbienti sono stati già, per la maggior parte, venduti. Da un nostro studio emerge, ad esempio, che solo il 60 % della gioielleria prodotta dal dopoguerra al 2000 e rivenduta dal 2000 ad oggi, è ancora in possesso dei consumatori finali».
Nel settore incombe anche il disegno di legge 237 sulle compravendite di oro e oggetti preziosi usati che «da un giorno all'altro potrebbe entrare in vigore», secondo Ragno, e che è destinato a modificare il quadro normativo del settore, per limitare le attività di riciclaggio. «Si poteva fare di più: il testo, così com'è, è destinato a creare molta confusione. Introduce numerose novità per gli operatori che dovranno, quindi, prepararsi ai futuri, imminenti adeguamenti». «Le chiavi della normativa - precisa - sono l'equiparazione dei compro oro agli operatori professionali, l'estensione delle norme antiriciclaggio e l'introduzione del `Borsino dell'usato´. Tutti nodi importanti da affrontare, ma che, una volta entrata in vigore la legge, creeranno diversi problemi agli operatori che dovranno comunque adeguarsi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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