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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2014 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2014 alle ore 17:57.

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Il Monte dei Paschi «e' stato penalizzato dalle modalita' di svolgimento» degli esami della Bce. Cosi' la banca di Rocca Salimbeni in una lunga e circostanziata nota nella quale afferma che il deficit di capitale da 2,11 miliardi emerso «non riflette fatti reali che incidono sulla solvibilita' della banca» ma solo l'impatto sui ratios «di scenari ipotetici estremamente negativi». Le modalita' dello stress test, inoltre, sono molto diverse da quelle applicate dalla Commissione Ue per il piano di ristrutturazione che ha dato l'ok ai Monti Bond. Nota positiva per Mps e' invece il fatto che dall'Aqr emerga che l'aumento da 5 miliardi dell'estate scorsa era della giusta dimensione.

Mps evidenzia come i risultati della valutazione Bce “hanno confermato la solidità della struttura patrimoniale”, “capace di assorbire l'impatto dell'asset quality review” a valle dell'aumento di capitale di giugno. L'istituto sottolinea poi in una nota di aver superato anche lo stress test della Bce nello scenario di base, mentre non è stato superato lo scenario avverso “penalizzato dalle modalità di svolgimento del comprehensive assessment”. “L'effetto combinato del solo Aqr e delle azioni di mitigazione gia' implementate portano il Cet1 phased-in dell'esercizio al 9,5%, ben al di sopra della soglia richiesta del 8%”. Da qui la considerazione che l'aumento da 5 miliardi e' stato capiente perche' “ha consentito di rafforzare il bilancio della banca in vista di questo severo scrutinio della qualita' dei suoi attivi”. Tornando allo stress test, invece, altri sono i motivi di recriminazione di Rocca Salimbeni per la metodologia utilizzata. “Nello scenario avverso - si legge - la Bce non ha considerato gli effetti dell'eventuale mancato rimborso di750 milioni di aiuti di Stato residui (sul totale di circa euro1,1 miliardi), che costituisce una delle possibili misure implicite di contingency incluse nel piano”.

L'effetto della scelta della Bce “e' estremamente penalizzante perche' a fronte di una grave situazione di crisi e' ipotizzato che Mps sia costretta ad effettuare un rimborso che ne indebolirebbe ulteriormente la dotazione patrimoniale”. Ulteriore elemento negativo dello scenario avverso: “E' stato applicato un criterio di stress completamente basato sull'utilizzo di dati reddituali basati su medie storiche, che non ha consentito di incorporare le azioni di business previste dal piano di ristrutturazione” che la banca sta realizzando.

Infine sui crediti a rischio di Mps “non e' stato consentito di tenere alcun conto degli effetti migliorativi sulla qualita' e sul costo del credito derivanti dalle azioni di cura dei crediti deteriorati previste dal Piano, laddove, come detto, il miglioramento della qualita' del credito ne costituisce uno dei punti fondanti”.

La precedente gestione e l’eredità AntonVeneta
La valutazione del bilancio del Monte dei Paschi a fine 2013 da parte della Bce ha portato a significative rettifiche sui crediti aggiuntive sul portafoglio corporate che e' stato calcolato in oltre 2,85 miliardi. Lo rivela la Banca nel comunicato sull'esito degli esami Bce. «La qualita' degli attivi della banca, si legge, e' ancora influenzata dalla politica creditizia espansiva adottata in anni recenti (2008-2010), prima dell'attuale gestione (ndr), dalla scarsa qualita' del portafoglio crediti ex Antonveneta (sotto la media) e il basso livello degli standard di erogazione del credito verso parti correlate e del territorio di riferimento». Nessun impatto dall'analisi della Bce del portafoglio Retail e small Business.

Dopo i risultati delle valutazioni Bce Mps annuncia in una nota di aver avviato l'esame delle potenziali azioni da includere nel capital plan da sottoporre alla Bce: Ubs e Citigroup saranno advisor per valutare tutte le “opzioni strategiche”. Il piano verra' sottoposto all'approvazione delle autorita' di vigilanza entro i termini previsti dalla normativa. Le conseguenti modifiche del piano di ristrutturazione della banca, gia' approvato dalla commissione europea, saranno subordinate all'approvazione da parte della stessa».

La preoccupazione del sindaco di Siena
«Stiamo pagando ancora gli anni di una gestione scellerata, che ha dilapidato un patrimonio plurisecolare'. Cosi' il sindato di Siena Bruno Valentini commenta l'esito negativo del comprehensive assessment sul Monte dei Paschi. `Una gestione - continua Valentini - fatta di affarismo senza scrupoli e scommesse imprudenti, confermata in tutta la sua brutalita´ dalla pubblicazione degli stralci di interrogatori del processo Mps». Oggi - aggiunge Valentini - «con enormi difficolta', le istituzioni senesi stanno cercando di superare i danni prodotti in quel periodo buio della nostra storia. Adesso e' iniziato un nuovo corso: la politica non condiziona piu' la gestione della Banca mentre la Fondazione, che deve confermare il patto di sindacato, sta delineando uno spazio per il futuro coerente con le proprie finalita' istituzionali. E' finito, comunque, il tempo della politica pervasiva». «Ai disastri del passato si sono aggiunte strategie che non hanno dato i risultati attesi. La pulizia dei conti e i sacrifici, la maggior parte dei quali sopportati dai dipendenti, in mancanza di un adeguato recupero di redditivita', non bastano», conclude il sindaco che manifesta `forte preoccupazione” in attesa delle misure che il vertice della Banca deve assolutamente comunicare quanto prima´.

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