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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2014 alle ore 12:06.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2014 alle ore 18:39.

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FRANCOFORTE - Sono 13, di cui 4 italiane, le banche dell'Eurozona che non hanno superato l'esame dei bilanci condotto dalla Banca centrale europea, che ne assumerà la vigilanza a partire dal 4 novembre, e devono raccogliere nei prossimi nove mesi 10 miliardi di euro di nuovo capitale. Due di queste quattro dovranno aumentare il capitale: Monte Paschi di Siena, che dovrà raccogliere 2,11 miliardi di euro e Carige (810 milioni). Altre due hanno già sistemato le cose, come ha comunicato Bankitalia, «sul filo di lana» con aumenti capitale. E sono: Popolare di Milano e Popolare di Vicenza.

La “valutazione approfondita” della Bce, realizzata negli ultimi dodici mesi e che ha coinvolto 130 banche dell'eurozona, si basa sui dati al 31 dicembre scorso. A quel punto, erano 25, di cui 9 italiane (le altre sono Veneto Banca, Banco Popolare, Credito Valtellinese, Popolare di Sondrio, Popolare dell'Emilia-Romagna) le banche che non superavano le soglie fissate dalla Bce, con carenze di capitale per 25 miliardi di euro, di cui 9,7 miliardi attribuibili alle banche italiane. Nel corso del 2104, tuttavia, 12 di queste banche hanno aumentato il capitale per 15 miliardi di euro, riportandolo sopra la soglia dell'8% dell’attivo ponderato per il rischio fissato dall'esercizio.

Tutti e 25 questi istituti (oltre alle 9 banche italiane, ce ne sono 3 greche, 3 cipriote, 2 slovene, 2 belghe, una ciascuno di Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Austria) dovranno comunque presentare un piano di rientro entro il 10 novembre, nel quale illustreranno gli aumenti di capitale già fatti e altre misure, come dismissioni di attivi e utili non distribuiti, che dovranno essere convalidate dalla Bce. I 13 tuttora inadempienti dovranno inoltre specificare come intendono riportarsi sopra i valori richiesti con operazioni da realizzarsi nei prossimi nove mesi.

Il lavoro della Bce, composto di due parti, un esame della qualità dell'attivo (Aqr) e uno stress test (con un doppio scenario, di base e avverso), ha messo in luce la necessità da parte delle banche europee di intraprendere ulteriori azioni per rafforzarsi. L'Aqr ha portato a una riduzione del valore dell'attivo di 4miliardi di euro, di cui 12 miliardi di euro attribuiti alle banche italiane. I prestiti problematici (in ritardo di 90 giorni, deteriorati o inesigibili) per i 130 istituti dell'eurozona aumentano di 136 miliardi di euro a 879 miliardi. Lo stress test, nel caso più negativo, ridurrebbe il capitale delle banche di 263 miliardi di euro, portandolo dal 12,4% all'8,3%.

“Questa revisione senza precedenti delle posizioni delle banche più grandi – ha detto il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, nel presentare i risultati – aumenterà la fiducia del pubblico nel settore bancario. Identificando problemi e rischi, contribuirà a riparare i bilanci e rendere le banche più robuste. Ciò dovrebbe facilitare più credito in Europa, il che aiuterà la crescita economica”. La mancanza di credito, soprattutto alle imprese piccole e medie del sud Europa, viene considerata una delle cause principali della stagnazione.

Banche: da Aqr ulteriori accantonamenti per 12 mld per istituti italiani
Dall'Asset quality review della Bce emerge come le banche italiane siano state quelle piu' colpite dalla valutazione degli asset effettuata secondo i criteri della Bce. I dati sui 15 istituti italiani fanno emergere la necessita' di ulteriori accantonamenti sui crediti per 12 miliardi di euro, il doppio rispetto ai 6,7 miliardi della Germania e ai 5,6 miliardi della Francia e quattro volte i 3 miliardi della Spagna. Si tratta di un calcolo, almeno per il momento, teorico che non comporta un impatto diretto sui bilanci anche se, in prospettiva e con l'avvio della vigilanza unica presso la Bce, non potra' essere ignorato dagli istituti di credito. La maggior parte degli aggiustamenti evidenziati dalla Bce non riguarda le piccole imprese o i mutui, bensi' i crediti alle aziende: da questo segmento arrivano 10,6 dei 12 miliardi di ulteriori accantonamenti.

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