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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 10:29.

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Rimandati dalla Bce, promossi a pieni voti da Banca d'Italia. Banca Popolare di Milano chiude in maniera positiva gli esami della Bce grazie alle misure correttive varate nel corso del 2014: l'aumento di capitale da 500 milioni di euro, la rimozione degli add-on da parte di Bankitalia (da 646 milioni) e la cessione della quota in Anima (233 milioni).

Tre mosse, tutte avviate tra gennaio e settembre e per questo non considerate ai fini del calcolo Bce (che si chiudeva al 31 dicembre 2013), che hanno permesso di migliorare la condizione iniziale di debolezza (7,29% in termini di Cet 1 ratio a fine 2013, che scende al 3,97% in caso di stress test in scenario avverso contro un 5,5% minimo).

In virtù di un “tesoretto” finale da 713 milioni di euro (a tanto ammonta l'eccedenza di capitale maturata dopo tutte le operazioni di rafforzamento al termine del comprehensive assessment) può permettersi di guardare al risiko bancario che potrebbe aprirsi da domani come uno dei soggetti protagonisti. «Non ci tireremo indietro qualora partisse un processo di aggregazione nel settore - dice al Sole 24 Ore il consigliere delegato Giuseppe Castagna - ma è ancora presto per dirlo, vogliamo vedere quale sarà la magnitudo del processo aggregativo».

Del resto, sottolinea il manager, «la posizione geografica nella quale ci troviamo è tale che ci consente di cercare opportunità in qualsiasi direzione». Insomma, disponibili a sedersi al tavolo senza preconcetti, pur senza obbligarsi ad aggregazioni a tutti i costi: questa la strategia di Bpm, che per ora è quella di osservare il mercato per capire cosa accade. In ogni caso, avverte il manager, «noi non saremo il first mover in questo potenziale scenario, anche perché abbiamo una strategia di crescita interna prevista dal piano industriale».

Archiviata la questione della solidità patrimoniale, l'attenzione si posta ora sul tema dei ricavi e della redditività, avverte Castagna, e «tornare così a fare credito sul territorio». Sullo sfondo rimane il nodo della riforma della governance della banca. «Oggi è prematuro parlarne - ribadisce il manager - come abbiamo già detto porteremo all'assemblea dell'anno prossimo una proposta di riforma sulla falsariga di quella già presentata nei mesi scorsi, ovviamente con dei miglioramenti attuati sulla base delle normative che nel frattempo sono entrate in vigore».

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