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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 07:46.
L'ultima modifica è del 27 ottobre 2014 alle ore 09:51.

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Alcune banche italiane risultano in carenza di capitale al 31 dicembre del 2014 ma la maggior parte ha già compiuto gli sforzi necessari. Questo è un aspetto obiettivamente incoraggiante quando si vuol fare il punto sullo stato di salute delle aziende di credito italiane. Se a dicembre del 2013 nove aziende di credito italiane evidenziavano uno shortfall di 9 miliardi e 413 milioni, la stessa Bce, nel tener conto delle principali misure di rafforzamento patrimoniale compiute dalle banche italiane quest'anno, abbatte il fabbisogno inizialmente annunciato a 3 miliardi e 313 milioni e considera in carenza solo 4 aziende di credito italiane.

Da queste quattro, però, si scende subito a due, attraverso misure di rafforzamento già note al mercato e per le quali l'assenso di Bce è già stato concordato da Bankitalia: in pratica, le banche dovranno solo evidenziarle nei capital plan che recapiteranno a Francoforte. Come è stato spiegato ieri a via Nazionale, la Banca popolare di Milano riassorbe il suo shortfall di 166 milioni considerando gli effetti di altre misure di rafforzamento patrimoniale pari a 879 milioni, derivanti dalla cessione dell'attività di una Sgr e dalla rimozione degli add on patrimoniali chiesti dalla Vigilanza Bankitalia a seguito di un'ispezione del 2011.Quanto alla Popolare di Vicenza, la carenza di 223 milioni si riassorbe attraverso la scelta della banca di deliberare la conversione di un ibrido già collocato al mercato: si tratta di obbligazioni convertibili “soft mandatory” per 253 milioni. Tecnicamente ,la conversione avverrà dopo l'approvazione del bilancio 2014, ma comunque entro i 9 mesi previsti dalla Bce affinché le banche risultanti in difetto al termine degli stress test si mettano in regola.

Come ha spiegato ieri l'esponente italiano del supervisory board della Bce, Fabio Panetta, mentre Monte dei Paschi e Carige debbono ancora lavorare per mettersi in regola, ci sono altre 7 banche italiane che si limiteranno soltanto a comunicare a Francoforte che hanno già messo in opera quest'anno tutto quel che era necessario (tra queste, anche la Popolare di Vicenza e la Milano). E visto che a Francoforte le aziende di credito parleranno con Panetta, l'affermazione appare senza tema di smentita

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