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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 11:01.
L'ultima modifica è del 27 ottobre 2014 alle ore 12:48.
Per chi detiene in portafoglio azioni di Banca Mps le ultime due settimane sono state estremamente “calde”. È il periodo in cui il titolo ha toccato il minimo storico assoluto (0,7825 euro negli scambi intraday del 16 ottobre) ma è lo stesso periodo in cui il titolo è tornato a 1 euro (venerdì scorso, a ridosso degli stress test pubblicati domenica) segnando uno scatto del 27% in sei sedute. Oggi il titolo crolla e cede il 18% a quota 0,8245.
Il tutto con volumi altissimi. Ma come mai? Quanto conta la speculazione e quanto l’aver mancato, invece, la previsione dei risultati degli stress test da cui è emerso che Banca Mps ha bisogno di trovare entro 9 mesi 2,1 miliardi (ed entro 15 giorni dovrà comunicare la strategia per farlo)?
«Quando il titolo ha toccato il minimo storico le aspettative dei mercati erano chiaramente una bocciatura agli stress test con necessità di coprire l’ammanco patrimoniale con un aumento di capitale - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Nei giorni successivi però il titolo è salito sulle speculazioni che sarebbe potuta “bastare” qualche operazione straordinaria, come cessioni di asset o l’emissione di un bond tier 1, per essere in regola anche di fronte agli scenari avversi degli stress test. Questo spiega in parte il rialzo del titolo nei giorni successivi fino a quota 1 euro che abbiamo rivisto venerdì scorso. Oggi, invece, il mercato torna a prezzare uno scenario da aumento di capitale e quindi il titolo sta scendendo molto, e non è escluso che torni a breve a ritoccare il minimo storico». Inoltre, non è nemmeno da escludere a questo punto uno scenario da fusione, come indicato dall’ad Fabrizio Viola.
Chi quindi venerdì ha acquistato il titolo a 1 euro, puntando su una “bocciatura soft” (con un ammanco ripianabile con operazioni straordinarie), ha sbagliato? «I risultati degli stress test hanno decretato di sì, ma c’è da dire che venerdì abbiamo assistito ad acquisti anche dovuti a operazioni tecniche di ricopertura da parte di investitori che hanno mantenuto un’impostazione ribassista, quindi short. E anche questo spiega il forte deprezzamento di oggi».
Per evitare cali ancora più consisenti la Consob ha da poco vietato le vendite allo scoperto sul titolo oggi e domani. Perché non si possano escludere «fenomeni speculativi ribassisti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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