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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2014 alle ore 08:06.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2014 alle ore 20:55.

Si alza il velo sul piano correttivo di Banca Monte dei Paschi di Siena, dopo la bocciatura nella valutazione approfondita della Bce. Il Cda che si è chiuso in serata ha dato il via libvera ad un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro e prevede la cessione di partecipazioni non core e di altri asset per 220 milioni per colmare il fabbisogno di capitale emerso dagli esami della Bce. L'aumento di capitale, la cui dimensione finale dipendera' dall'approvazione del Capital plan da parte della Bce, consentira' di rimborsare integralmente e in anticipo i residui Monti bond per complessivi 1,07 miliardi. L'aumento sara' realizzato nel 2015 ed e' assistito da un accordo di pre-garanzia con un pool di banche fino a un massimo di 2,5 miliardi.
La banca ha poi approvato una richiesta di mitigazione del deficit pari a circa 390 milioni che e' pero' «a discrezione della Bce in merito alla sua computabilita'». Si tratta della differenza positiva tra gli utili operativi stimati per il 2014 e i medesimi valori stimanti nello scenario avverso dello stress test Bce che hanno contribuito a creare il fabbisogno patrimoniale da 2,11 miliardi. La richiesta trova fondamento, aggiunge la banca di Rocca Salimbeni, nelle regole di svolgimento dell'esercizio. Riguardo alle cessioni, la banca indica «partecipazioni non core e attivi del portafoglio proprietario ad alto assorbimento patrimoniale senza impatti significativi sulla redditivita' prospettica della banca».
Una volta ricevuto l'ok da Bce, il Cda dovrà convocare l'assemblea straordinaria a cui spetterà dare il via all'operazione: per questo motivo il mercato si attende che il varo dell'aumento scatti all'inizio dell'anno. Tuttavia non è escluso che possa slittare al secondo trimestre 2015. Pressochè scontata la partecipazione all'aumento da parte del patto del 9% composto da Fintech, Btg e Fondazione Mps.
L'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro approvato da Mps «sarà eseguito nel 2015» ed «è assistito da un accordo di pre-garanzia» con un pool di banche composto tra gli altri da Ubs, Citi, Mediobanca e Goldman Sachs. Del consorzio di garanzia dell'aumento, che verrà eseguito dopo l' “approvazione del bilancio” 2014 di Mps ed “entro i termini previsti dalla Bce”, fanno parte anche Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, Deutsche Bank e Société Générale.
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