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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2014 alle ore 17:58.

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LONDRA - «Entro Natale, forse anche prima». Questione di giorni poi la più grande acquisizione messa a segno dal London stock exchange sarà completata. Lo conferma il ceo del gruppo che controlla Borsa Italiana, Xavier Rolet, nel giorno di una semestrale che ha spinto il titolo all'insù dell'1,1% sulla scorta di un aumento dei ricavi del 18% e dell'utile operativo del 24%.

L'operazione da 2,7 miliardi di dollari su Russell Investments cambierà i connotati del gruppo anglo-italiano portando in America almeno un terzo del fatturato. Una mutazione non solo geografica, ma anche una forte trasformazione del modello di business con l'accento sull'attività core della società americana specializzata negli indici largamente utilizzati nell'industria finanziaria.

In attesa di allora, ovvero del completamento del deal, il ceo di Lse, Xavier Rolet può salutare con soddisfazione la metà dell'esercizio in corso. Nei primi 180 giorni Lse ha realizzato ricavi per 592 milioni di sterline sparsi in tutte le aree di business. «Siamo in grado di annunciare risultati molto significativi – ha dichiarato Rolet – in tutti i settori di attività, ma in particolare nelle divisioni di mercato dei capitali. Le revenue del Ftse sono aumentate del 10% e siamo soddisfatti anche di Lch.Clearnet a cui abbiamo dedicato un piano di taglio delle spese mirato che sta proseguendo con efficacia».

Le notizie postitive, secondo il ceo, arrivano anche da Borsa Italiana. Elite resta un programma di grande succeso, ma non solo. «Voglio sottolineare – ha precisato – l'ottimo andamento del reddito fisso ( più 27%) così come la crescita del commodity trading. Monte Titoli ha esordito fuori Italia con l'approdo in Lussemburgo e vedremo i numeri nel prossimo trimestre».

Tutto bene, per Rolet con la sola eccezione dell'equity. «La financial transaction tax si fa sentire negativamente come temevamo» una gabella che il ceo di Lse ha sempre considerato dannosa più che inutile con ricadute sul trading e quindi sulla performance dei listini. Una dinamica che non ha impedito al gruppo di aumentare il dividendo del 4,3% nonostante il rallentamento di queste settimane. È stato il presidente del gruppo Chris Gibbon Smith a riconoscere che che la volatilità del mercato azionario ha rallentato lo sbarco in Borsa di Ipo, in netta frenata rispetto alla prima parte dell'anno. La pipeline di imprese pronte a raccogliere capitale resta consistente, ma le condizioni continuano a non essere ottimali.

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