La forza della valuta americana ha un impatto negativo sui mercati emergenti, che soffrono anche del rallentamento globale. Eppure le valutazioni contenute dei titoli, come osserva David Kelly di J.P. Morgan, ne fanno un investimento con obiettivi di lungo termine. Inoltre, il gruppo è eterogeneo e presenta mercati con prospettive sensibilmente differenti, forse migliori per le obbligazioni, che però scontano il rischio valuta, che può impattare pesantemente sui rendimenti, come avverte Bob Holly, responsabile Global Macro di Schroders. L'area che riscontra più consensi è quella asiatica, aiutata dai bassi prezzi delle materie prime. Il tema delle riforme strutturali gioca un ruolo pivot e ci sono Paesi più vicini alla svolta, da tenere d'occhio: “L'India è promettente – evidenzia Maarten-Jan Bakkum, strategist dei mercati emergenti di Ing – e il nuovo governo sta muovendo a piccoli passi verso le riforme. Ma anche Indonesia e Messico hanno le carte in regola per cambiare in meglio. Nell'Europa dell'Est, invece, pesano il conflitto ucraino e il ristagno dell'Eurozona. La Polonia offre buone opportunità, ma l'indebolimento della moneta potrebbe frenare i flussi di investimento”.