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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 06:41.

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Prysmian chiude l’anno con un portafoglio ordini record nei cavi sottomarini a 2,5 miliardi di euro. Di ieri la notizia della firma dell’ultimo contratto da 90 milioni con l’operatore della rete elettrica delle Filippine NGCP (National Grid Corporation of the Philippines) per la progettazione, fornitura, installazione e collaudo di un collegamento in cavo sottomarino fra le isole di Negros e Panay.

«Il nostro portafoglio ordini per i cavi sottomarini si attesta stabilmente su livelli record di 2,5 miliardi di euro e la commessa CNP-1 è stata acquisita battendo con successo la concorrenza dei produttori dell’Estremo Oriente» ha commentato Massimo Battaini, senior vice president Energy Projects di Prysmian Group.

Nel dettaglio, il progetto CNP-1 consiste in un collegamento composto da tre cavi sottomarini unipolari ad alta tensione in corrente alternata. Prysmian fornirà e installerà anche i cavi interrati per i tracciati costieri del collegamento e realizzerà le due stazioni terminali di arrivo dei cavi di Barotac Viejo, lato Panay e di Magalona, lato Negros. I cavi sottomarini saranno prodotti nello stabilimento di Arco Felice, vicino Napoli (Italia), centro di eccellenza del gruppo e la consegna e il collaudo sono previsti per la prima metà del 2016.

Il gruppo guidato da Valerio Battista, in occasione della trimestrale al 30 settembre, ha confermato i target per l’intero esercizio. Per il quarto trimestre le stime indicano, rispetto ai trimestri precedenti, un maggior contributo dal business dei cavi alta tensione e dei cavi per l’industria petrolifera, oltre alla conferma della forte performance nel settore dei cavi sottomarini, aveva specificato Battista. Per l’intero 2014, il gruppo ha confermato, quindi, il raggiungimento del margine operativo lordo rettificato nella parte bassa dell’intervallo 506-556 milioni (600-650 milioni escluso l’effetto Western Link stimato a 94 milioni per il 2014) rispetto a 613 milioni del 2013.

I primi nove mesi dell’anno si erano conclusi con un fatturato di 5,014 miliardi di euro, in leggera crescita rispetto all'anno precedente (+0,2% organico) a parità di perimetro e al netto di variazioni del prezzo dei metalli e dei cambi, mentre il margine operativo lordo (Ebitda) rettificato ha segnato un calo del 19,8% a 355 milioni. Il risultato netto è stato positivo per 134 milioni, ma in flessione del 25,3% rispetto ai primi nove mesi del 2013.

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