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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2014 alle ore 06:38.

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Con il 97% di voti favorevoli si conclude anche l'ultimo passo della marcia verso l’acquisizione di Alliance Bootsper mano dell’americana Walgreens. Gli azionisti del colosso statunitense della distribuzione di farmaci hanno ieri abbattuto all’unanimità o quasi l’ultimo diaframma del deal, dando vita al primo gruppo mondiale della commercializzazione di prodotti medicinali e del benessere, che avrà un fatturato di 110 miliardi di dollari. Alla testa del gigante anglo-americano, come ceo ad interim, siederà Stefano Pessina che insieme alla compagna, Ornella Barra, vice president e ceo global wholesale e international retail del nuovo gruppo, sarà anche il maggior singolo azionista con una quota che si dovrebbe fermare attorno al 15 per cento. Le ultime procedure dell’acquisizione si concluderanno domani per consentire l'esordio della società battezzata Wallgreens BootsAlliance il primo giorno del nuovo anno. Con il voto di ieri passa definitivamente di mano il 55% del capitale di AllianceBoots ed è stato sancito l’assetto della nuova realtà commerciale e industriale secondo le linee di un deal da 15,3 miliardi di dollari che si è snodato in due fasi-chiave.

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Nel giugno del 2012 Walgreens aveva comunicato l'acquisizione del 45% del capitale della società inglese, tenendosi un'opzione per rastrellare la totalità entro i primi mesi del 2015. In agosto l'opzione è stata esercitata e da allora ad oggi è stata del tutto definita l'organizzazione aziendale che si conclude con il voto sul riassetto, formalizzando uno scambio azionario alla pari fra i due gruppi. La riorganizzazione si conclude con Walgreens che si fa sussidiaria interamente controllata da Walgreens Boots Alliance inc, quotata al Nasdaq. La società continuerà ad avere sede a Deerfield, alle porte di Chicago, avendo evitato di sfruttare i benefici della cosiddetta tax inversion, procedura che avrebbe portato il quartiere generale nel Regno Unito con forti benefici fiscali. Si tratta di una pratica contestata dalle autorità Usa e che avrebbe messo il deal al centro di una delicata controversia.

Lo spirito dell'operazione, d'altra parte, è molto diverso da un escamotage fiscale. È in linea, infatti, con la strategia di Pessina e Barra che da sempre procedono con acquisizioni, diluendo progressivamente la propria quota. L'operazione, in questo caso, non ha paragoni con il passato avendo creato un'impresa con 375 mila dipendenti in decine di Paesi del mondo, un enterprise value che sfiora i 24 miliardi di dollari e un fatturato di 110 miliardi. La gestione operativa avrà una forte impronta AllianceBoots. Non a caso Stefano Pessina è stato chiamato a svolgere il ruolo di ceo ad interim - in attesa delle decisioni del board - in sostituzione di Greg Wasson che ha lasciato il gruppo appena finalizzato il deal. Dall'inizio dell'anno il titolo Walgreens è cresciuto del 33% nonostante la revisione degli utili previsti annunciata in agosto.

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