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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2015 alle ore 07:13.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2015 alle ore 07:15.

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TOKYO - Alla ripresa delle contrattazioni dopo un lungo weekend (ieri il mercato era chiuso) in cui si sono accumulate notizie di tenore negativo, la Borsa di Tokyo si è indirizzata verso un forte ribasso, perdendo fin dalla mattinata circa il 2 per cento: il calo dei corsi a Wall Street si è sommato a una ulteriore diminuzione dei prezzi del greggio, mentre la diminuita propensione al rischio ha risollevato il cambio delle yen ai massimi da circa un mese nei confronti del dollaro sotto quota 118.

Del resto, anche le indicazioni sull'occupazione e sui profitti aziendali negli Usa sono apparse di tenore non univoco. Si conferma così un inizio d'anno negativo per il mercato azionario nipponico, che durante la prima settimana aveva già perso circa l'1,5 per cento.

Nella seconda fase delle contrattazioni, però, il mercato è riuscito a limare le perdite grazie anche a un recupero del dollaro sopra la soglia di 118,5 e all'andamento positivo di varie piazze asiatiche, supportate dalle indicazioni migliori delle attese sul commercio cinese (che hanno contribuito a rilanciare la propensione al rischio). In difficoltà i titoli delle società esportatrici e petrolifere, e anche quelli del settore retail. Aeon, ad esempio, ha ceduto fino al 6% dopo aver annunciato un tonfo dei profitti operativi del 48% nel periodo tra marzo e novembre del 2014. Continuano invece ad avanzare varie società nel settore dei trasporti, a partire dalle compagnie aeree. I fattori internazionali hanno fatto premio sulle notizie dal fronte interno: il governo Abe approverà domani un bilancio di previsione record per l'anno fiscale 2015, pur riuscendo a tagliare le emissioni di nuovi bond grazie a introiti fiscali superiori alle attese. Il surplus delle partite correnti giapponesi a novembre è risultato altresì superiore alle aspettative, attestandosi a 433 miliardi di yen, grazie a yen e greggio deboli. Ieri, comunque, il governo ha ufficializzato di prevedere una contrazione del Pil dello 0,5% nell'annata in corso (a tutto marzo), pur dichiarandosi ottimista sull'anno fiscale 2015 in cui prevede una espansione dell'1,5 per cento.

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